La recente intervista al castellammarese Paolo Arena, insegnante in pensione nelle scuole superiori, conferma che sulla strage della casermetta di Alcamo Marina, dopo quasi 50 anni, manca assolutamente chiarezza e che alcuni gruppi, di sinistra o di destra che siano, provino ad addossarla alla parte avversa. Poi anche la memoria può tradire. Arena, a suo tempo esponente di Lotta Continua, ha riferito infatti nell’intervista che perquisizioni e indagini colpirono soltanto gli appartenenti alla sinistra.
Le cose, almeno alla luce di alcuni giornali dell’epoca e di successivi approfondimenti e interviste contenute nel docu-film ‘Ammazzaru du sbirri’ di Stefano Santoro, non stanno proprio così. Le perquisizioni, le indagini e le comunicazioni di reato hanno infatti raggiunto anche uomini di destra, delinquenti comuni e mafiosi. La casa in cui viveva ad Alcamo Giacomo Romano Davare, esponente all’epoca del MSI, venne perquisita, come racconta lui stesso, assieme ad altre 23 di estremisti di destra come si legge in un articolo dell’epoca di Arnaldo Giuliani.
Il giornalista specifica che in totale le perquisizioni, prima dell’arresto di Vesco, Ferrantelli, Gulotta, Mandalà e Santangelo, furono in tutto 198 così suddivise: 103 presso delinquenti comuni, 29 a carico di mafiosi,9 in case di contrabbandieri e poi 24 ai danni di estremisti di destra e 33 di estremisti di sinistra. Le indagini dell’epoca, come confermato da un altro articolo, puntarono anche su un pregiudicato coinvolto nel sequestro di Franca Viola.
Qualche chiarimento in più su uno dei misteri della storia italiana, certamente non guasta. I due carabinieri uccisi, Salvatore Falcetta e Carmine Apuzzo, dopo 47 anni, non hanno ancora giustizia. Quei ragazzi arrestati e condannati sono stati poi scagionati, alcuni decenni dopo, grazie ai processi di revisione. Avrebbero confessato l’omicidio soltanto perché sottoposti a torture e minacce.
Un altro articolo del 1976 spiega che forse si trattò di un omicidio non voluto in quanto il commando stava preparando il sequestro del sottosegretario ai trasporti, il democristiano Giuseppe Sinesio. Altre tesi sostengono invece che si stesse predisponendo il sequestro di Giorgio Almirante, leader dell’MSI, in quei giorni dalle nostre parti.