Rischiava una condanna fino a 6 anni di reclusione e una multa di mille euro. Un imprenditore agricolo alcamese di 54 anni è stato invece assolto dall’accusa di sfruttamento dei lavoratori. I fatti contestati a G.L. queste le iniziali, risalgono al febbraio del 2020 e riguardavano una lavoratrice che, secondo la Procura e in base alle indagini dei carabinieri, veniva utilizzata nei campi sottopagata e sfruttata, 25 euro per un’intera giornata di lavoro agricolo, dalla mattina alla sera. Ieri è arrivata la sentenza di assoluzione per l’imprenditore alcamese che aveva optato per il rito abbreviato condizionato alla produzione documentale della difesa, affidata all’avvocato Giuseppe Mannina, con il relativo deposito di risultati investigativi effettuati dallo stesso legale. Il GUP del Tribunale di Palermo, Filippo Serio, ha quindi assolto il cinquantaquattrenne perché il fatto non sussiste.
In pratica G.L. non ha commesso alcun reato. Secondo l’accusa l’imprenditore agricolo avrebbe utilizzato la manodopera della trentenne sottoponendola a condizioni di sfruttamento e approfittando del suo stato di bisogno. Dalle indagini difensive è invece emerso che la giovane lavoratrice si recasse nei campi soltanto per aiutare il padre e non perché convocata dall’uomo adesso assolto con formula piena. L’avocato Giuseppe Mannina, dopo la lettura della sentenza, si è dichiarato assolutamente soddisfatto dell’esito processuale: “Eravamo certi che il mio assistito – ha detto – non avesse commesso alcun reato. E il giudice ha sposato in pieno questa tesi”. In quel periodo, e anche nei due anni precedenti, le campagne di Alcamo sono state al centro di altre indagini su sfruttamento dei lavoratori e caporalato. Un’inchiesta della polizia, su fatti avvenuti fra 2018 e 2019, partita dalla lettera della direttrice di un centro di accoglienza per migranti, si concluse con arresti altre misure cautelari, in tutto per undici persone.