Serie di illeciti e di violazioni delle norme che disciplinano gli scarichi dei reflui fognari. La Capitaneria di Porto di Trapani, sotto il diretto coordinamento del Procuratore della Repubblica Gabriele PACI, ha quindi posto sotto sequestro il depuratore intercomunale di Trapani che sorge sulla strada provinciale 21, al confine fra il comune capoluogo e quello di Paceco. Sigilli anche alle pompe di sollevamento e ai dispositivi di “troppopieno” ubicati lungo la via Tunisi, in corrispondenza del Lungomare Dante Alighieri.
L’ordinanza di sequestro preventivo emessa dal G.I.P. su richiesta della Procura della Repubblica, ha anche raggiunto., come indagati, cinque funzionari del Servizio Idrico Integrato del comune di Trapani. Nell’ambito di una complessa attività investigativa in materia ambientale, ka capitaneria di porto ha accertato una serie di violazioni alle norme che disciplinano gli scarichi dei reflui fognari, anche la scolmatura in emergenza delle portate meteoriche di piena.
Accertate numerose carenze di funzionamento degli impianti che immettevano così reflui fognari non depurati sia nel tratto di fiume “Lenzi – Baiata”, che scorre nell’area protetta “Saline di Trapani e Paceco”, nei pressi del depuratore intercomunale, sia direttamente in mare provocando il deterioramento chimico e biologico delle acque e del suolo protetto.
La complessa attività investigativa, avviata grazie alle continue segnalazioni della cittadinanza effettuate durante le ultime estati, ha rivelato, oltre all’assenza di autorizzazioni allo scarico non più in vigore, anche palesi e pregresse inadeguatezze strutturali e procedurali adottate nella conduzione delle infrastrutture di depurazione.
Alla base del sequestro, oltre alla situazione di generale inidoneità a garantire il rispetto dei limiti tabellari previsti dalle norme sul refluo immesso direttamente nell’ambiente, anche la necessità di provvedere con urgenza al ripristino delle strutture per tutelare la salubrità dell’ambiente e la salute pubblica.