Anche un appartamento signorile nei pressi della statua della Libertà a Palermo fra i beni sequestrati dalla Guardia di Finanza ai cugini Laura e Andrea Bonafede, fiancheggiatori della latitanza di Matteo Messina Denaro che secondo i magistrati entrambi avrebbero esercitato un “ruolo fondamentale per garantire al boss quella rete di protezione indispensabile per potere continuare ad agire”. Il sequestro ammonta a un milione 400mia euro e comprende, oltre all’appartamento di Palermo, altri immobili fra Campobello di Mazara e Castelvetrano, 13 rapporti bancari e un’autovettura. Laura Bonafede è la maestra campobellese e amante di Matteo Messina Denaro mentre il cugino Andrea è colui che ha prestato l’identità usata dal boss per curarsi. Il provvedimento di sequestro è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani che ha accolto la richiesta della Direzione distrettuale antimafia palermitana diretta da Maurizio de Lucia. I finanzieri del Gico hanno monitorato i beni dei cugini Bonafede, già condannati rispettivamente a 11 anni e 4 mesi e 14 anni di carcere, e dei loro nuclei familiari. Hanno tracciato quindi i possibili flussi di denaro diretti a finanziare la latitanza del capomafia. I sequestri ai Bonafede seguono quello subito dalla famiglia di Giovanni Luppino, l’autista che accompagnava Messina Messina Denaro alla clinica La Maddalena di Palermo il giorno in cui venne arrestato dopo trent’anni di latitanza.