Il Comune di Carini ha avviato la demolizione di cinque ville abusive situate sul lungomare Cristoforo Colombo e in via Amerigo Vespucci, all’interno della fascia di inedificabilità assoluta. L’intervento mira a restituire alla collettività l’accesso diretto al mare e a ripristinare la legalità su un tratto di costa da anni deturpato da costruzioni illegittime. La prima demolizione ha riguardato una villetta su due piani al civico 933 del lungomare Cristoforo Colombo. Successivamente, le ruspe interverranno su un immobile confinante, abitato fino a dicembre 2024, e su altre tre costruzioni abusive, una sempre sul lungomare e due in via Amerigo Vespucci. Il progetto, del valore complessivo di 200 mila euro, è finanziato per metà dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e per l’altra metà con fondi comunali. La gara d’appalto per i lavori è stata vinta dalla Lutiviem srl di San Filippo del Mela, in provincia di Messina, con un ribasso d’asta del 28,35% su una base di 117 mila euro. Queste demolizioni si inseriscono in un più ampio piano di risanamento costiero avviato dal Comune di Carini, che ha già portato all’abbattimento di circa 300 villette abusive e allo sgombero di un chilometro e mezzo di arenile. Ma non ovunque si agisce con la stessa fermezza. A Marsala, 170 demolizioni in tredici anni sono un buon risultato, ma i numeri dell’abusivismo restano allarmanti. Triscina, con oltre 6.000 case abusive, è un monumento all’illegalità oltre che uno scempio per l’ambiente costiero. E se da un lato il Ministero stanzia fondi -524 mila euro per Castelvetrano, 300 mila per Marsala- dall’altro si blocca tutto ad Erice, dove il Comune ha fermato le ruspe in attesa di una possibile sanatoria proposta da Fratelli d’Italia. C’è chi prova a recuperare e chi aspetta il prossimo condono. A farne le spese come sempre è l’ambiente costiero, cementificato, ridotto a sfondo vista mare di ecomostri rappresentativi dell’incapacità umana di godere delle bellezze naturali senza farne scempio.