Ritardi nei referti dell’ASP trapanese, medici ‘lavoravano poco’. Personale vuole salvare Croce

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Una lunga catena di “grave gestione” da parte della dirigenza generale dell’Asp di Trapani con ritardi, omissioni, informazioni parziali e comunicazioni non tempestive. Ci sarebbe questo, secondo gli ispettori regionali, dietro allo scandalo dei 3.308 esami istologici fermi nei cassetti dall’Azienda sanitaria provinciale trapanese, con alcuni pazienti che hanno dovuto aspettare anche otto mesi per avere il responso. Nel frattempo alcuni, ammalati di tumore, sono anche deceduti. Pochi, pochissimi esami. Dai controlli sarebbe anche emerso che i medici specialisti in Anatomia patologica, seppure con un organico molto sotto-dimensionato, avrebbero effettuato pochissime prestazioni, con numeri nettamente inferiori a quelli previsti dalle direttive della loro stessa società, la Siapec, secondo la quale ciascun professionista dovrebbe eseguire almeno 2.500 diagnosi all’anno.

Gli ispettori regionali hanno invece rilevato che gli anatomopatologi hanno eseguito – annualmente – un numero di diagnosi compreso fra 500 e 1.700, ben al di sotto quindi dei 2.500. Un evidente sottodimensionamento dei carichi di lavoro per ciascun dirigente medico specialisti. Intanto i dipendenti dell’ASP di Trapani hanno avviato una raccolta firme in favore di Ferdinando Croce, loro direttore generale, che rischia la revoca dell’incarico da parte del presidente della Regione. In 15 ore sono state circa 1500 le firme raccolte. I dipendenti, si legge nella petizione, sono convinti che l’ASP di Trapani rimanga un’azienda in grado di poter continuare a dare risposte sanitarie adeguate attraverso il proprio personale medico, amministrativo, tecnico, infermieristico ed ausiliario, e che quindi Croce non debba essere rimosso.

Un momento davvero difficile per l’ASP di Trapani e anche i sindacati intendono fare chiarezza.  I segretari generali provinciali di Cgil, Cisl e Uil  – Liria Canzoneri, Federica Badami e Tommaso Macaddino – hanno infatti inviato una richiesta di incontro al direttore dell’Azienda sanitaria  “per parlare dei gravi recenti episodi che hanno coinvolto la sanità, ovvero il ritardo con cui sono stati processati i referti istologici″.