Riesame, decade un’accusa per Perricone. Rigettato ricorso per Papania

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Il tribunale del Riesame di Palermo ha rigettato il ricorso presentato dall’avvocato Vito Di Graziano. Restano quindi in piedi tutte le pesanti accuse a carico dell’ex senatore alcamese Nino Papania. Il legale del politico potrà adesso ricorrere in Cassazione. Parzialmente accolto, invece, il ricorso dell’avvocato Giuseppe Benenati, difensore di Pasquale Perricone, l’altro politico eccellente finito in carcere, assieme a Papania, il 15 settembre scorso. Il Riesame ha ridisegnato in parte la posizione di Perricone. Confermato il voto di scambio politico-mafioso ma cancellata l’accusa di estorsione aggravata ai danni del titolare di un maneggio. Nessun alleggerimento della misura cautelare: Papania e Perricone rimangono in cella al Pagliarelli di Palermo. Le motivazioni dei due provvedimenti verranno depositate fra 45 giorni. Questa mattina il Riesame ha invece discusso il ricorso presentato dall’avvocato Sebastiano Dara, difensore di Francesco Coppola, il 64enne ritenuto dagli investigatori il nuovo capomafia di Alcamo. 258 le pagine dell’ordinanza che il 15 settembre scorso portò a numerosi arresti fra Alcamo, Calatafimi, Salemi e Trapani. 18 gli indagati che, quasi tutti, citano nelle intercettazioni il fondatore del movimento politico Via. L’ex senatore, almeno secondo quanto contenuto nella stessa ordinanza, spunta un paio di volte in prima persona. Un’intercettazione è quella risalente al 13 ottobre del 2022, dopo che le elezioni regionali erano già state celebrate e il candidato di Papania, Angelo Rocca, non venne eletto. In auto ci sono Nino Papania e un suo fidato collaboratore che gli fa anche da autista. “Pasquale…. lo scienziato della politica… è una testa di puntini puntini! – dice l’ex senatore -. Ci ha fatto buttare duemila euro per mangiare una pizza a quattro spacciatori a Trapani e ci hanno portato si e no trenta voti… Questo Giosuè… ‘nuddu nuddu ammiscato cu nenti’!”. Una cena di quelle che solitamente vengono organizzate in campagna elettorale. Una vasta operazione anti-mafia che ha scoperto anche lo scambio elettorale politico-mafioso. Dodici gli alcamesi coinvolti. Fra essi anche un primario dell’ASP poi deceduto; il fratello di due giovani uccisi nella guerra di mafia del 1991; il figlio di un condannato per mafia, esponente di una storica famiglia mafiosa locale e uno stretto parente di Francesco Coppola, ritenuto il novo capoclan di Alcamo.