Pia Opera di Alcamo, opere d’arte devastate. Accessi aperti e niente videocamere

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Dopo lo scempio messo in atto da alcuni balordi all’interno della cappella della Pia Opera Pastore di Alcamo, quasi del tutto devastata, è tempo di bilanci e di riflessioni. Tre tele di di fine ’800, di grande valore artistico, storico e culturale, sono state tagliate, strappate e imbrattate. Altre piccole sculture, come ad esempio le stazioni della Via Crucis, divelte e gettate a terra. Una cappella totalmente devastata. “Un atto vandalico indegno e spregevole – ha detto il sindaco Domenico Surdi – quello subito dalla Pia Opera Pastore, immobile storico della nostra Città con un patrimonio artistico importante all’interno dell’annessa cappella”. “Auspichiamo che le forze dell’ordine possano fare luce su quest’episodio di vandalismo – ha concluso Surdi –  che offende il patrimonio e che ferisce oggetti sacri cari ai fedeli e non solo”.

Il problema è come si potrebbero individuare i responsabili visto che l’area, nonostante un centinaio di videocamere in città, non è monitorata dal sistema della videosorveglianza. Alcune camere sono in manutenzione e poche, appena quattro, sono quelle mobili. Individuare la aree più sensibili rappresenta una scelta trategica ma alla luce dei ben cinque raid vandalici qualocsa si sarebbe potuta fare per evitare che alla cappella della Pia Opera Pastore  accadesse l’irreparabile.  Di certo questa banda di vandali sacrileghi ha avuto la strada spianata anche dal fatto che lo storico palazzo è abbandonato e che soprattutto alcune porte di accesso restano praticamnete aperte giorno e notte. In primis bisognerebbe mettere in sicurezza tali accessi, sbarrabdoli in tutte le maniere. Poi puntare qualche telecamera verso l’immobile. Sul raid dello scorso fine settimana sta indagando la polizia di Alcamo che comunque ha in mano pochissimi elementi. Ad essere ferite non soltanto la fede religiosa e le opere d’arte, ma l’intera comunità alcamese.