C’è una vicenda che risale all’inizio degli anni ’80 che riguarda l’ospedale di Alcamo e precisamente tre posti letto di terapia intensiva. Lettini acquistati e dimenticati in un magazzino. Spesa 300 milioni delle vecchie lire. Dopo anni vennero installati ma non potevano funzionare perché era necessario che al San Vito e Santo Spirito funzionassero reparti specifici che non c’erano e personale medico e infermieristico 24 ore su 24. Ieri sono arrivate le bacchettate della Corte dei Conti alla Regione poiché in Sicilia è attivo solo il 21% dei posti letto in terapia intensiva”.
La vicenda alcamese che risale a circa 45 anni fa rappresenta la storia infelice di sperperi di denaro pubblico e di ritardi per assicurare servizi sanitari efficienti e tempestivi. Invece siamo all’anno zero con la sanità che fa acqua da tutti i lati: carenza di personale, anni per una visita in una struttura pubblica, malati posteggiati nei pronto soccorso. Questo drammatico panorama è destinato ad andare sempre peggio per i tagli dei fondi alla sanità da parte del governo. Ma non mancano proclami e passerelle politiche. Tornando alla terapia intensiva ad Alcamo allora a sollevare il problema fu un articolo sul Giornale di Sicilia. Seguì una interrogazione all’Assemblea regionale presentata dal comunista Ino Vizzini. Una interrogazione venne presentata al sindaco di Alcamo dall’allora consigliere comunale del Pci Nino Ferrara.
Discussioni, polemiche, animati dibattiti caratterizzarono ad Alcamo la vicenda della terapia intensiva. L’Usl, unità sanitaria locale, come si chiamava allora, l’organo amministrativo deliberò di effettuare lavori per ampliare la rianimazione e collocare i lettini che non funzionarono mai e dei quali si è persa traccia.
Foto Alcamo di una volta, storia della nostra città e foto d’epoca