Marsala più sicura, si, ma non troppo. È il messaggio – a metà tra rassicurazione e autocelebrazione – emerso dalla riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica tenutasi al Palazzo Municipale, alla presenza del Prefetto di Trapani Daniela Lupo, del Procuratore di Marsala, delle forze dell’ordine e del sindaco Massimo Grillo. Il dato di apertura è positivo: -36,7% di delittuosità per reati come furti, truffe, lesioni dolose. Ma la realtà è più sfumata: aumentano le rapine, i reati legati alla droga, le percosse e i tentati omicidi. Aumentano anche i presidi e i controlli, certo, ma non si può non notare come le situazioni critiche, soprattutto nei quartieri disagiati e nelle aree della movida, restino irrisolte da anni. Impressionante la mole di controlli: migliaia di veicoli e persone identificate, decine di sanzioni e deferimenti. Ma alla domanda fondamentale – Marsala è davvero più sicura per i suoi cittadini? – si risponde ancora con promesse e tecnologie in arrivo: 100 nuove telecamere “intelligenti”, sistemi di videosorveglianza da 500mila euro, misure di prevenzione formali. E intanto i quartieri più fragili aspettano interventi reali, non solo occhi elettronici. Si è parlato anche di PNRR, di 28 milioni in arrivo per la rigenerazione urbana. Ma quanta parte di questi fondi riuscirà davvero a cambiare il volto delle periferie, delle scuole lasciate al degrado, dei beni confiscati che restano inutilizzati? Infine, l’ennesimo accenno alla dispersione scolastica, alla violenza sulle donne, all’uso di stupefacenti tra i giovani. Temi affrontati con formule rituali e rinviati al prossimo “osservatorio” o tavolo tecnico. Nel frattempo, le emergenze restano. Come resta l’impressione che a ogni Comitato per la Sicurezza si parli molto di cittadini, ma troppo poco con loro.