Operazione ‘Eirene’. Riesame, ricorsi tutti rigettati. Resta in carcere anche Francesco Coppola

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Tutti rigettati i ricorsi presentati al tribunale del Riesame dagli indagati coinvolti nell’operazione ‘Eirene’, quella che il 15 settembre scorso portò in carcere una decina di persone fra le quali anche due politici eccellenti alcamesi, l’ex senatore Nino Papania e l’ex vice-sindaco Pasquale Perricone. Restano in piedi le misure cautelari per tutti e rimangono tutti i capi di imputazione. Uniche eccezioni la decadenza del reato di estorsione aggravata nei confronti del titolare di un maneggio a carico di Pasquale Perricone, che rimane indagato per il 416 ter, e Gregorio Ascari. Alcuni degli indagati, dopo la pubblicazione delle motivazioni del Riesame prevista per metà novembre, potranno ricorrere in Cassazione ma soltanto contestando la legittimità dei provvedimenti. Chi era in carcere, quindi, dovrà rimanerci ancora. Oltre a Papania, Perricone e Ascari anche gli alcamesi Giosuè Di Gregorio, Giuseppe Sciacchitano e Francesco Coppola, quest’ultimo ritenuto il nuovo capomafia di Alcamo. Il salemitano Giorgio Benenati e il calatafimese Salvatore Li Bassi che avrebbe preso il posto di Nicolò Pidone ai vertici della cosca locale. I trapanesi Antonino Minio e Diego Pipitone, quest’ultimo posto ai domiciliari. Per quanto riguarda Francesco Coppola, colui che ad Alcamo sarebbe subentrato ai vertici del clan al posto di Ignazio Melodia lu dutturi, è stata respinta la richiesta di scarcerazione per motivi di salute presentata dall’avvocato Sebastiano Dara. Secondo il giudice, infatti, le condizioni generali di salute di Francesco Coppola sono assolutamente compatibili con il regime di detenzione in carcere. Ha quindi retto anche dinanzi al tribunale del Riesame il castello accusatorio della DDA, costruito grazie alle indagini della polizia portate avanti, con intercettazioni e pedinamenti, a cavallo delle ultime elezioni regionali.