Condanne in linea di massima confermate con qualche riduzione di pena nel processo celebrato ieri davanti ai giudici della Corte d’appello di Palermo. Alla sbarra sette imputati nei cui riguardi scattarono le ordinanze di custodia cautelare per l’operazione antidroga del 2019 ad Alcamo denominata “Oro bianco”. A Trapani è in corso di svolgimento il processo a carico di dodici imputati della stessa operazione che hanno scelto il rito ordinario.
Lunedì sarà sentito per l’ultima volta Ignazio Coraci, il commissario che diresse le indagini. Gli imputati che hanno ricorso in appello avevano scelto il rito abbreviato.
Ridotta la pena più alta, in primo grado inflitti 17 anni e nove mesi, all’alcamese Giuseppe Di Giovanni, ritenuto dalla polizia di Alcamo il capo dell’organizzazione. Di Giovanni dovrà scontare 15 anni e 4 mesi e interdizione dai pubblici uffici. Conferma invece di 17 anni e nove mesi per il partinicese Gioacchino Guida e interdizione dai pubblici uffici. Confermati otto anni all’ alcamese Antonino Vilardi. Cadute tutta una serie di accuse l’alcamese Nicolò Rocca, difeso dall’avvocato Vito Porretto, in primo grado inflitti due anni e 4 mesi. Ora Rocca è stato condannato ad un anno e 4 mesi di reclusione, pena sospesa per cinque anni e al pagamento di 2mila e 400 euro di multa. Identica sentenza per Vincenzo Savallo che in primo grado era stato condannato a due anni e 4 mesi. Pena ridotta anche per Francesco Camarda al quale sono stati inflitti due anni e 4 e di reclusione. Di Giovanni, Guida, Maria Noemi Vilardi, a quest’ultima condanna confermata a dieci mesi e 20 giorni, pena sospesa. Dovranno pagare le ulteriori spese processuali. L’operazione “Oro bianco” scattò nel mese di ottobre 5 anni fa e avrebbe permesso di smantellare un traffico di droga che aveva la città di Latina come epicentro con punto di arrivo per lo smercio la città di Alcamo dove vennero notificate le ordinanze di custodia cautelare. Sono accusati a vario titolo di spaccio, traffico di droga e di estorsione.