Dissapori nell’ambito delle attività agricole. Potrebbe essere questa una pista sulla quale stanno lavorando i carabinieri di Partinico per fare luce sull’omicidio di Salvatore Di Salvo, il 69enne di Borgetto, ucciso nelle campagne di Grisì martedì scorso. Il pensionato, dopo essere andato in pensione, aveva incrementato i suoi interessi nell’ambito dell’agricoltura. Gestiva con il figlio alcuni terreni a Grisì, altri li aveva di proprietà. La pista che potrebbero seguire i carabinieri è quindi quella di possibili contrasti per la gestione di alcuni terreni. Magari qualche possibile screzio maturato nell’ambito lavorativo, anche contrasti per questioni di confini di terreno. Al momento si ritiene meno plausibile una possibile azione di stampo mafioso anche se l’omicidio somiglia molto agli agguati di Cosa Nostra. Salvatore Di Salvo, pur avendo qualche piccolo precedente per furto, è sempre stato distante da questi ambienti malavitosi. Un aiuto alle indagini potrebbe darla l’analisi dei tabulati telefoni della vittima. Il borgettano, prima di essere colpito da un fucile, aveva tentato una fuga rivelatasi vana. Le indagini si basano anche sull’analisi delle telecamere di videosorveglianza di negozi e abitazioni di Borgetto per cercare di ricostruire i movimenti di Di Salvo prima di andare in campagna e negli ultimi giorni analizzando la sua posizione all’ingresso del paese e lungo un tratto di strada provinciale. L’omicidio ha scosso la comunità di Borgetto, che descrive Di Salvo come una brava persona dedita alla famiglia e al lavoro.
Omicidio Di Salvo, investigatori puntano su screzi in ambito agricolo
