Agguato ben studiato per uccidere Salvatore Di Salvo, centrato da un colpo di fucile al petto (VIDEO)

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Agguato in piena regola studiato nei minimi particolari messo a segno in una zona isolata di campagna dove la vittima predestinata avrebbe avuto poche possibilità di sfuggire alle armi da fuoco del killer  o dei killer. Così è stato ucciso ieri mattina Salvatore Di Salvo di 69 anni di Borgetto. L’uomo avrebbe cercato un disperato tentativo di fuga ma è stato centrato  da un colpo di fucile al petto. L’omicidio è stato consumato in contrada Cambuca, frazione di Grisì, zona in aperta campagna e quindi luogo ideale per il killer per far fuori Di Salvo e poi fuggire senza essere visto. Un piano ben studiato per un omicidio sul quale indagano i carabinieri. Il suo fuoristrada Mitsubishi, fermo in una trazzera con ai lati un folto canneto, pressoché invisibile è stato trovato dal figlio. L’uomo era a terra privo di vita, accanto alla portiera, quasi nascosto dalla fitta vegetazione.

Era uscito ieri mattina dalla sua casa di Borgetto per lavorare in un terreno di sua proprietà insieme al figlio. L’uomo è arrivato per primo a bordo del fuoristrada. Dopo è arrivato il figlio a bordo di un trattore. Ha cercato il padre, ma non lo ha trovato in auto. Lo ha visto per terra morto non distante dalla vettura. Ha chiamato il 112 e ha chiesto aiuto. I carabinieri cercheranno di dare un preciso indirizzo alle indagini con l’interrogatorio dei famigliari, amici  e dei proprietari di terreni che si trovano nella zona. Indagini dunque a 360 gradi  per non escludere alcuna pista e trovare il movente che possa portare a dare un volto e un nome al killer e a suoi eventuali complici. Di Salvo, dopo avere lavorato come autista nell’Eco Burgus di Carini, la ditta che si occupa di raccolta e smaltimento dei rifiuti, era andato in pensione e si dedicava alla coltivazione di alcuni appezzamenti di terreno di sua proprietà. La Procura ha disposto l’autopsia che sarà eseguita nel reparto di medicina legale dell’ospedale Policlinico di Palermo. Era il fratello dell’imprenditore indagato per la strage di Casteldaccia dove persero la vita cinque operai.