Omicidio Coraci ad Alcamo, testimonianze a confronto

0
707

Testimonianze incrociate ma contrapposte davanti ai giudici della Corte d’assise d’appello di Caltanissetta dove si sta celebrando il processo di revisione nei confronti di due fratelli alcamesi, condannati a 30 anni con sentenza passata in giudicato, per l’omicidio di Enrico Coraci, avvenuto ad Alcamo il 21 novembre di sette anni fa. Conclusa ieri pomeriggio la testimonianza di un giovane A. R. presente quella notte al Villagio Regionale dove degenerò una discussione, iniziata davanti ad un locale di piazza della Repubblica, “Fame Chimica”.  Il locale pur essendo in una zona centralissima della città dove operava da un paio d’anni solo dopo una ispezione, seguita all’omicidio, emerse la mancanza di alcune autorizzazioni. Scattò la chiusura. “Fame chimica” stava aperto sino alle prime luci dell’alba e nessuna istituzione prese in considerazione le segnalazioni degli abitanti della zona che trascorrevano notti insonne e piene di paura. Gli avvocati Saro Lauria e Cinzia Pecoraro che difendono i due fratelli condannati: Francesco e Vincenzo Gatto sono riusciti ad ottenere la revisione sulla base di una lettera che Vincenzo ricevette in carcere dal suo amico. Nella lettera inviata in carcere dal testimone all’amico Vincenzo ha scritto di avere assistito all’alterco e che i due hanno agito per legittima difesa. A. R. ha detto, che secondo lui non c’è stata premeditazione ma legittima difesa. Lettera girata ai due avvocati. I giudici ora vogliono sentire un altro testimone: C.M., presente al delitto, la cui deposizione nelle prime fasi delle indagini non coinciderebbe con quella di A.R. La nuova udienza è stata fissata per il prossimo sette novembre.