Omicidio Bacchi. Si aggrava posizione di un giovane. Madre vittima contesta accusa per Cangemi

0
1017

Potrebbe diventare più pesante la posizione del diciottenne di Partinico, G.L., uno dei giovani coinvolti nella rissa che portò alla morte di Francesco Bacchi. L’accusa a suo carico, infatti, dovrà essere riformulata. Il tribunale dei minorenni (all’epoca dei fatti l’imputato aveva 17 anni) ha stabilito di rimandare tutte le carte in Procura per la riformulazione del capo d’imputazione. Lo ha stabilito l’udienza preliminare a carico del diciottenne partinicese che finora è stato imputato di rissa aggravata assieme ad altri ragazzi. Sulla base delle indagini dei carabinieri, infatti, G.L. sarebbe stato fra i più violenti di quella tragica rissa del 14 gennaio scorso e sarebbe stato proprio lui ad afferrare per il collo Francesco Bacchi, facendolo cadere a terra. Poi arrivarono due calci repentini e ravvicinati da parte di Andrea Cangemi, 21 anni, sotto processo con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Ci sono comunque altri procedimenti in corso per altri 8 indagati, sempre con l’accusa di rissa aggravata.

Erano stati i difensori delle parti civili, Antonio Maltese, Cinzia Pecoraro e Raffaele Bonsignore, a presentare al tribunale una memoria scritta in cui sollecitavano di rivedere l’originaria accusa nei confronti del diciottenne GL. Intanto nei confronti del principale imputato. Andrea Cangemi difeso dall’avvocato Bartolo Parrino, è stato disposto il giudizio immediato. Il giovane è accusato di omicidio preterintenzionale. Un’accisa che non ha per niente soddisfatto la madre della vittima, Daniela Vicari, che ritiene ingiusto il capo d’imputazione. La donna, ancora distrutta dal dolore, in un post su Facebook continua a chiedere giustizia per suo figlio Francesco, morto a causa dei calci e pugni ricevuti sul petto e sul collo: “Penso semplicemente che è un’offesa all’intelligenza umana – afferma la madre di Francesco Bacchi -; siamo di fronte ad un fatto compiuto, reale, oggettivo.

Un processo facile, chiaro, nitido come l’acqua e in cui invece cercano in tutti i modi di imbrattare ciò che è evidente. Mio figlio è stato ucciso perché ha ricevuto dei calci letali nelle parti vitali del corpo, non sono io a dirlo bensì l’esito dell’esame autoptico e non solo, ci sono le immagini e il video che testimoniano tale crudeltà. Adesso mi chiedo – conclude la madre della vittima: come si può definire tale atto barbaro e disumano un omicidio preterintenzionale? Come si può non cambiare il capo di imputazione di fronte all’evidenza di una violenza così efferata?”.