Olivicoltura, dal 10 ottobre frantoi aperti ad Alcamo

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Apriranno il prossimo 10 ottobre i frantoi del territorio alcamese per la tradizionale lavorazione delle olive. Ovvero per uscire l’olio di buona qualità quello prodotto dagli alcamesi. Molti possiedono un numero tale di alberi che soddisfano il fabbisogno di un anno. Molto olio viene acquistato direttamente nei frantoi o da coltivatori con i quali c’è un rapporto da anni.

La pioggia di alcuni giorni fa ha rappresentato una  boccata d’ossigeno per gli ulivi. Secondo le più ottimistiche previsioni  nell’Alcamese  il calo previsto, a seconda le zone, va da 25 al 35 per cento. Il grande caldo e la siccità  hanno inferto un duro colpo all’agricoltura e non solo. La maggiore estensione di ulivi, coltivati da  alcamesi, si trova in contrada Bosco Falconeria e Fico. Negli ultimi 10 anni a causa della scarsa redditività  vigneti sono stati trasformati in uliveti”. Molta produzione  alcamese viene esportata al Nord e lo scorso anno  una bottiglia veniva venduta a 10 euro a litro. Il costo maggiore è quello   del trasporto.  Il prezzo della molitura è di circa 20 centesimi. Ad Alcamo  tutte le famiglie fanno buona scorta. Si calcola che ad Alcamo nelle annate buone  il giro d’affari sia attorno a cinque milioni di euro con una produzione stimata sulle mille e 200 tonnellate di olio extravergine. Ad Alcamo l’unità di misura, per l’acquisto da parte dei privati,  è  il cafiso, che contiene otto chili di olio che corrispondono a nove litri meno un quarto.  Si prevede che il prezzo di quest’ anno si aggiri sui 9-10 euro a litro.