L’ex ispettore di polizia Antonio Federico è rientrato ad Alcamo. Aveva subito il divieto di dimora perché indagato per usura ed era stato costretto a trasferirsi a Calatafimi/Segesta. Il tribunale del Riesame ha infatti accolto parzialmente la richiesta di annullamento presentata dall’avvocato Vito Galbo concedendo al 62enne alcamese d’adozione l’obbligo di firma. Antonio Federico, 62 anni, in servizio per decenni al commissariato di pubblica sicurezza di Alcamo, dove è stato impegnato in indagini antimafia, resta comunque indagato.
“La decisione del Riesame – ha detto l’avvocato Galbo – potrebbe far vacillare l’impianto accusatorio. Siamo fiduciosi nella giustizia – ha continuato il legale – e certi dell’innocenza del mio assistito”. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Alcamo, su delega della Procura sono iniziate nel maggio dello scorso anno quando un commerciante presentò un esposto ai magistrati perché non sarebbe stato in grado di soddisfare le richieste di denaro per estinguere un debito contratto con Federico. Secondo l’accusa l’ex poliziotto avrebbe iniziato a prestare soldi al commerciante a partire dal 2013 per un ammontare complessivo di 150 mila euro. Avrebbe poi preteso e ottenuto assegni per circa 225 mila euro.
Secondo le indagini avrebbe anche sollecitato a garanzia l’iscrizione di una ipoteca volontaria su un appartamento del presunto debitore. Abitazione che è stata posta sotto sequestro. Il commerciante si è rivolto all’Associazione antiracket e antiusura di Alcamo, che lo assiste tramite il suo legale, l’avvocato Davide Bambina. L’associazione ovviamente si costituirà parte civile qualora Antonio Federico venisse rinviato a giudizio.