Morte sul lavoro ad Alcamo, tunisino operava in nero. Verso conclusione indagini

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Starebbero per arrivare a conclusione le indagini della procura di Trapani sull’incidente mortale sul lavoro verificatosi ad Alcamo il 10 ottobre scorso, in via Fazio, in pieno centro storico, a due passi dalla chiesa Madre. Un 60enne di origini tunisine, ma da tempo residente nella cittadina alcamese, è precipitato da un’altezza di circa 5 metri mentre stata effettuando dei lavori in un’abitazione privata. È morto sul colpo finendo con la testa a terra nel cortile interno della casa in cui si stava occupando di alcune ristrutturazioni. La vittima, Jamel Zenzemi, non era stato mai iscritto alla Cassa Edile. Non aveva quindi alcuna previdenza e avrebbe quindi lavorato totalmente in nero. Due gli alcamesi iscritti nel registro degli indagati. La giovane proprietaria dell’immobile, in casa al momento della tragedia, una 33enne che stava seguendo i lavori disposti per ammodernare l’abitazione in vista del matrimonio, e un piccolo imprenditore edile, titolare dell’azienda che doveva effettuare la ristrutturazione. Tanti i dubbi sollevati dalla procura su quanto accaduto a cominciare dalla regolarità del cantiere e della copertura previdenziale dell’uomo. Gli accertamenti hanno anche riguardato l’eventuale presenza, al momento della tragedia, di qualche altro operaio. Le indagini, adesso in fase di conclusione, sono state condotte dai carabinieri della compagnia di Alcamo diretta dal capitano Chiara Petrone. Di rito, dopo l’ennesima morte sul lavoro, arrivarono le dichiarazioni da parte dei sindacati contro un fenomeno che purtroppo rimane sempre attuale e difficile da combattere.