Monte Bonifato, 200 ettari incendiati. Vecchi pini crollati, lecci bruciati. Comune presenterà progetto

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Duecento ettari di aree percorse dal fuoco. Questo il bilancio dell’incendio che, fra sabato domenica e lunedì scorso, ha devastato Monte Bonifato arrecando seri danni anche alla riserva naturale orientata di ‘Bosco d’Alcamo’. Alberi stramaturi, di un’età compresa tra i 55 e i 60 anni, sono crollati al suolo: una fine che prima o poi, anche senza fuoco, avrebbero fatto. Bruciati però anche lecci e roverelle, alberi che naturalmente sono nati sulla montagna alcamese e che dovrebbero sostituire la pineta, almeno secondo una conversione da anni sponsorizzata dalla forestale.

L’incendio ha aperto ferite, oltre che dal punto di vista ambientale e naturalistico, anche da quello economico con un paio di centinaia di migliaia di euro da pagare per l’utilizzo dei canadair. Il rogo è stato appiccato volontariamente e in favore di vento. Su questo non ci sono più dubbi. Le indagini sono state assegnate alla polizia municipale di Alcamo che dalla procura ha ricevuto un totale supporto in materia di tecnologie e professionisti per risalire alle generalità dei piromani, forse due i criminali che hanno colpito la montagna degli alcamesi. Indagini e rilievi sono a buona punto ma in questi casi, oltre alla bravura degli investigatori e all’ausilio delle tecnologie, serve anche quel pizzico di fortuna per chiudere il cerchio. Intanto il comune di Alcamo concorrerà al bando della Regione che suddividerà 70 milioni di euro per quei territori in cui sorgono le riserve naturali. Nel 2019, quando il governo Musumeci stanziò 27 milioni, l’amministrazione comunale alcamese non presentò alcun progetto.

Adesso, grazie anche alla convenzione con il dipartimento di scienze agrarie e forestali dell’università di Palermo, verrà presentato un progetto che possa potare un po’ di quattrini per il monte Bonifato, per la sua tutela, per il suo rilancio e per la sua salvaguardia. Somme che riguarderanno anche la protezione civile e che prevedono l’adesione al progetto ‘occhio virtuale’ (telecamere a infrarossi sempre collegate a una centrale di controllo e attivazione della geolocalizzazione dei mezzi. Tutte iniziative che evidentemente dovrebbero essere pronte per la prossima campagna antincendi, quella del 2024. L’immediato futuro della riserva ‘Bosco d’Alcamo’ passa invece dalla cessione della gestione da parte del Libero Consorzio di Trapani, l’ex provincia, alla regione e quindi alla forestale. Solo così, forse, le cose potrebbero migliorare dopo oltre 15 anni di quasi costante abbandono.