Il tribunale del Riesame di Palermo ha ribaltato la decisione del giudice per le indagini preliminari annullando tutte le 11 misure cautelari che, su richiesta della Procura di Palermo, il Gup aveva emesso a carico di imprenditori e presunti mafiosi indagati per un sospetto maxi-riciclaggio da 12 milioni di euro che boss di Salemi vicini a Matteo Messina Denaro avrebbero messo a segno per conto dei clan palermitani. Il tribunale del Riesame ha ridimensionato la decisione del giudice per le indagini preliminari. Protagonisti principali dell’operazione ritenuti dagli inquirenti Salvatore Angelo, imprenditore e il figlio
Andrea, finiti ai domiciliari. Ad entrambi lo scorso sei maggio il Tribunale del riesame di Palermo ha annullato le ordinanze di custodia cautelare che lo scorso 16 aprile aveva portato agli arresti domiciliari nell’ambito di un’indagine condotta dai carabinieri di Trapani e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo.
Secondo gli inquirenti, per spostare i soldi dei clan mafiosi palermitani avrebbero sfruttato il circuito internazionale Swift, metodo usato per trasferire all’estero somme di denaro non rendendolo più tracciabile. L’organizzazione, secondo le indagini, avrebbe anche cercato di acquisire, reinvestendo denaro sporco, 12 punti vendita della Coop Sicilia, ma l’affare è poi sfumato. Undici (sei in carcere e cinque ai domiciliari) erano stati gli arresti ordinati dal gip di Palermo per presunti mafiosi e imprenditori sull’asse Palermo-Salemi. I reati contestati dalla Dda agli indagati sono associazione mafiosa, corruzione, turbativa d’asta, trasferimento fraudolento di valori, ricettazione e autoriciclaggio. Ora per tutti gli undici il tribunale della libertà ha annullato le misure cautelari.