“Mafia nel trasporto dell’ortofrutta”: era il 2010 quando i fratelli Antonio e Massimo Sfraga, imprenditori ortofrutticoli marsalesi di 55 e 48 anni, vennero arrestati nell’ambito di un’operazione condotta dalla Dia di Roma e dalla Squadra mobile di Caserta, che consentì, con 68 arresti, lo smantellamento di un asse criminale camorra-mafia. Dopo un primo rigetto, la Corte di Cassazione è tornata ad annullare la sentenza, per la seconda volta, con rinvio ad altra sezione della Corte d’appello di Napoli. Quel verdetto, nel febbraio 2021, aveva condannato a tre anni di reclusione ciascuno ai due fratelli marsalesi, per “illecita concorrenza con minaccia e violenza”, utilizzando il metodo mafioso.
Secondo l’accusa, gli Sfraga sarebbero stati, infatti, l’anello di congiunzione tra la Camorra e Cosa Nostra. Un riferimento importante anche per Riina e Provenzano perché, con la loro presenza nel settore ortofrutticolo, garantivano a ditte del clan casertano, il monopolio del trasporto verso i mercati meridionali. Il ruolo criminale messo a disposizione di Cosa nostra dai fratelli Sfraga emerge dall’operazione “Sud Pontino”, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Napoli: una vicenda che coinvolgeva affiliati ai casalesi. Questi ultimi, infatti, imponevano, sia ai commercianti della Sicilia Occidentale che a quelli della Campania, la scelta della ditta che avrebbe effettuato il trasporto su gomma dei prodotti ortofrutticoli.
A seguito delle prima indagini, venivano sequestrati cinque immobili adibiti ad abitazione a Marsala e Mazara del Vallo, cinque appezzamenti di terreno, di cui uno con annesso fabbricato rurale, a Marsala e Castelvetrano, le omonime ditte individuali e il patrimonio aziendale, con sede a Strasatti, sedici veicoli tra autocarri ed autovetture e diverse quote societarie. Dopo la condanna emessa in primo grado e confermata in appello, la Cassazione nel 2015 aveva accolto la tesi difensiva della “inattendibilità” del pentito Gianluca Costa e aveva annullato, con rinvio del processo in appello, la condanna dei fratelli Sfraga a 3 anni di reclusione per lo stesso capo di imputazione. Arrivò poi la nuova condanna e quindi l’altro ricorso in Cassazione con il nuovo annullamento con rinvio.