“L’Isola che non c’è”, per l’avvocato Saro Laura arriva l’archiviazione

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Il giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro  ha decretato l’archiviazione dell’indagine nei confronti dell’ avvocato alcamese Baldassare Lauria. Il penalista, direttore della Fondazione Giuseppe Gulotta di Firenze, era stato coinvolto nell’inchiesta denominata “ L’isola che non c’e’ ” che ha come oggetto una presunta truffa a danno di alcune persone che avevano chiesto la cittadinanza all’ associazione “Stato di San Giorgio”. All’avvocato Lauria era stato contestato di aver prestato la propria attività professionale, anno 2014, per la formazione di un lodo arbitrale internazionale che riconosceva lo Stato Antartico quale ente di diritto internazionale, poi in effetti reso esecutivo dal Tribunale di Napoli.

In pratica Saro Lauria aveva esercitato la sua professione di avvocato ed apparse subito evidente che non aveva commesso alcun reato. Ora  lo stesso magistrato della Procura di Catanzaro,  Saverio Sapia, dopo l’acquisizione degli elementi di prova, ha ritenuto l’estraneità del conosciuto professionista alcamese ad ogni ipotesi di reato, aggiungendo, scrive il magistrato “ come  la sua notorietà’ professionale sia stata strumentalizzata dai presunti associati a delinquere”. Soddisfazione è stata espressa dai suoi difensori, avvocati Maria Domenica Vazzana del foro di Reggio Calabria e Laura Ancona del foro di Trapani:  “Apprezziamo lo scrupolo della Procura di Catanzaro.

Il nostro assistito è sempre stato sereno, e noi non abbiamo mai avuto dubbi sulla serietà dello stesso, da sempre impegnato professionalmente nell’opera di correzione degli errori giudiziari”. L’alcamese  Damiano Bonventre è ritenuto da chi indaga il capo dell’organizzazione e con la moglie Liliya Koshuba, nata in Uzbekistan, figura tra i quattordici imputati rinviati a giudizio nell’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, denominata “L’isola che non c’è” sulla presunta truffa dello “Stato teocratico antartico di San Giorgio”. L’indagine prese l’avvio nel giugno del 2021.

Trenta gli indagati residenti in varie città italiane e anche all’estero. Il processo per i rinviati a giudizio ha avuto inizio lo scorso 28 marzo. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere, truffa, fabbricazione e possesso di documenti falsi validi per l’espatrio, esercizio abusivo di una professione, favoreggiamento e falso.

A capo dell’organizzazione, secondo la Procura, ci sarebbe stato l’alcamese Damiano Bonventre, 72 anni,  difeso  dall’ avvocato Anselmo Mancuso del foro di Catanzaro.  Per Lauria, aveva già scritto il Pm “non si ravvisano indizi di colpevolezza e la sua consulenza legale, fornita da soggetto abilitato, non appare sintomatica di illiceità”. Ora per il professionista alcamese è arrivata l’archiviazione.