‘L’isola che non c’è’, fissate altre due udienze. A processo anche un alcamese

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Riprenderà domani, dinanzi al tribunale di Catanzaro, con altra udienza già fissata per giovedì 8 magio, il processo scaturito dall’operazione ‘L’isola che non c’è’ e che vede, fra gli imputati, anche Damiano Bonventre, alcamese di 74 anni. L’uomo, arrestato nell’agosto del 2022, venne poi rimesso in totale libertà nel maggio del 2023 grazie ai ricorsi presentati dal suo legale, l’avvocato calabrese Anselmo Mancuso. L’imputato, ex ufficiale-commissario nel corpo militare della Croce Rossa Italiana, deve rispondere al processo di truffa, fabbricazione e possesso di documenti falsi validi per l’espatrio, riciclaggio. Secondo le indagini era proprio lui il presidente di uno stato, quello antartico di San Giorgio, che non esiste e che ‘galleggia’ fra i ghiacciai dell’Antartide.
Insomma era il capo di uno stato ‘farlocco’ che però procurava denaro agli amministratori e ventilati privilegi a chi vi aderisse. La fantomatica nazione aveva rappresentanze legali a Lugano, in Svizzera, e a Malta. Una maxi-operazione che è stata eseguita dai poliziotti della questura di Catanzaro in collaborazione con la direzione centrale polizia di prevenzione e le questure di Cosenza, Genova, Lucca, Perugia, Padova, Teramo e Trapani. Tredici le misure cautelari disposte di cui 12 arresti domiciliari di Bonventre, poi del tutto rimesso in libertà, ma anche della moglie, Liliya Koshuba, nata in Uzbekistan che era residente ad Alcamo e che si è dileguata nel nulla. Il sovrano stato antartico di San Giorgio nacque, secondo la sua pagina Facebook, il 29 settembre 2011 in mezzo al nulla dei ghiacciai del Polo Sud. Il là agli inquirenti lo diede una coppia fermata dalla polizia il 29 aprile del 2022 e trovata in possesso di droga. Agli agenti i due si presentarono come ministri del fantomatico stato, asserendo di godere quindi di immunità diplomatiche.