Notificato l’avviso di conclusione delle indagini per 13 indagati nell’operazione condotta ad Alcamo e Calatafimi Segesta dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo e della polizia di Trapani con accuse che vanno dall’associazione mafiosa, all’estorsione e così via, L’operazione “Eirene” scattata lo scorso mese di settembre. Tra i tredici indagati figurano l’ex senatore del Pd Antonino Papania e l’ex vice sindaco e assessore Pasquale Perricone. Per Papania e Perricone l’avviso di conclusione delle indagini arriva quasi alla vigilia del ricorso presentato in Cassazione dagli avvocati Vito Di Graziano, Saro Lauria, Giuseppe Benenati e Valerio Spigarelli del Foro di Roma. Papania e Perricone debbono rispondere solo di voto di scambio politico-mafioso, articolo 416 ter. Il ricorso, presentato dopo che il Tribunale del riesame di Palermo aveva respinto, ottobre scorso, le istanze dei difensori per l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il ricorso sarà esaminato dalla Suprema Corte giovedì prossimo. Secondo le risultanze dell’operazione “Eirene”, Papania, nel tentativo di raccogliere voti per il suo candidato alle elezioni regionali del 2022, Angelo Rocca, avrebbe contattato la famiglia mafiosa di Alcamo, capeggiata da Francesco Coppola. Papania avrebbe pagato duemila euro in cambio di voti, con l’aiuto di Perricone, che avrebbe svolto il ruolo di intermediario tra il movimento politico Via e il clan mafioso locale. Accuse sempre respinte.
La richiesta principale riguarda l’annullamento della custodia cautelare in carcere perché non “esistono motivi di inquinamento delle indagini essendo queste concluse né pericolo di fuga”. L’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato anche a Gregorio Savio Ascari, di Alcamo, Giorgio Benenati di Salemi, Francesco Coppola di Alcamo, Giosuè Di Gregorio residente a Castellammare del Golfo, Antonino Minio di Trapani, Giuseppe Sciacchitano di Alcamo, tutti detenuti. All’alcamese Giuseppe Diego Pipitone che si trova ai domiciliari. In libertà sono Fabio Ciotti e Antonino Provenzano, entrambi residenti ad Alcamo. Ora gli avvocati hanno 20 giorni di tempo per presentare memorie, documenti, chiedere atti di indagini, interrogatori nonché accedere ai programmi di giustizia riparativi. Quasi sempre l’avviso di conclusione delle indagini si conclude con il rinvio a giudizio.