‘Game Over’, niente aggravanti per Bacchi, pena da rideterminare. Nove assoluzioni (VIDEO)

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Decadono in Cassazione per Ninì Bacchi, il partinicese definito il ’re delle scommesse’, le aggravanti del 416 bis di ‘banda armata’ e reimpiego delle somme. Resta invece in piedi l’accusa di concorso esterno in associazione per delinquere.  Bacchi rimane quindi ai domiciliari ma la sua pena, a 13 e 8 mesi, dovrà adesso essere rideterminata da un nuovo collegio di corte d’appello. Da riformulare le pene anche per altri due imputati del processo ‘Game Over’, Salvatore Ingrasciotta e Antonio Grigoli. La Suprema Corte ha confermato una sola condanna quella a tre e quattro mesi per Francesco Paolo Pace e poi fatto piovere ben nove assoluzioni, quelle a carico di Domenico Bacchi, Francesco e Fabio Lo Iacono, Maurizio Primavera, Maicol Di Trapani, Alessandro Lizzoli, Alessio Vito Di Trapani, Giuseppe Italo Pecoraro e Diomiro Alessi. In appello i giudici avevano anche condannato gli imputati a risarcire le parti civili le parti civili, a cominciare dal Comune di Partinico al quale è stata concessa una provvisionale di 30 mila euro e poi il centro Pio La Torre, l’associazione Antonio Caponetto, Sicindustria, Sos Impresa, Confcommercio, Confesercenti e Solidaria. Con il pronunciamento della Cassazione si alleggerisce quindi la posizione di Ninì Bacchi per il quale sono decadute le pesanti aggravanti di mafia. Il ‘re delle scommesse’, oggi cinquantaduenne, ritenuto la mente dell’organizzazione e che al contrario ha sempre dichiarato di essere stato taglieggiato dalla mafia, già in appello si era visto ridurre la pena di primo grado da 18 anni di reclusione a 13 anni e 9 mesi. Il giudizio d’appello, adesso per Benedetto Ninì Baccchi se ne dovrà celebrare un altro, anche diminuito l’iniziale confisca dei beni da 4 a due milioni 900mila euro.