La nonna in casa ai fornelli per preparare il pranzo e la bimba, dinanzi l’uscio, appena in strada, a giocare con il cuginetto. In un attimo, chissà come e chissà perchè, Denise Pipitone svaniva nel nulla, rapita chissà da chi. Dal primo settembre del 2004, esattamente vent’anni fa, della bambina mazarese, figlia di Piera Maggio e di Pietro Pulizzi, non si sa più nulla. La bimba doveva ancora compiere 5 anni. Il primo identikit diffuso dai carabinieri parlava di «occhi e capelli castani, una cicatrice sotto l’occhio sinistro, una piccola voglia sul collo». Una tragedia e un enorme mistero che hanno però svelato gli intrecci familiari: un padre, Tony Pipitone che l’ha cresciuta come una figlia, il padre naturale Pietro Pulizzi che voleva creare una nuova famiglia con Piera Maggio, la sorellastra Jessica finita poi sotto processo. L’interesse mediatico sulla vicenda è stato sempre elevatissimo ed ha fatto conoscere tutto di tutti. E’ sempre mancata, però, la verità più importante: dove è Denise Pipitone. E’ ancora viva? Perché è stata rapita? Dove è stata portata? “Mia figlia è stata rapita – continua a dire dopo vent’anni Piera Maggio, la mamma di Denise Pipitone –. Mia figlia è vittima di un sequestro di persona”. Denise oggi avrebbe 24 anni. La storia della sua scomparsa è andata avanti fra una montagna di colpi di scena e leggerezze nelle indagini. La prima azzardata affermazione fu quello del procuratore Silvio Sciuto che qualche giorno dopo quel tragico primo settembre ebbe a dire: «Denise è viva, e sappiamo dov’è». Vent’anni, quindi, di dichiarazioni azzardate, di falsi scoop giornalistici, di clamorosi errori nelle indagini, di investigatori tirati in ballo come responsabili. Giornalisti, magistrati, parenti della bimba, funzionari di polizia sono finiti sotto processo. Quasi tutti assolti. In questo ventennio numerose sono stati i fantomatici avvistamenti di Denise Pipitone o le dichiarazioni di collaboratori che hanno indicato la fine della bimba mazarese in una fossa di contrada Forgia o gettata in mare. Ricerche che, ovviamente, non hanno portato a nulla. Sotto processo finirono anche la sorellastra di Denise, Jessica Pulizzi, e il su fidanzatino dell’epoca, Gaspare Galeb. La ragazza venne assolta sia in primo che in secondo grado ma poi la Cassazione parlò di tanti sospetti e di nessuna prova concreta. Degli avvisamenti meglio non parlarne. Il primo a Milano, nei pressi di piazza Duomo, poi ad Anzio, in Russia e in mezza Europa. Rapita da qualcuno che conosceva o dai ROM che, subito dopo quel primo settembre 2004, smontarono il loro campo e andarono via da Mazara del Vallo? Nessuna riposta. Una verità che, probabilmente, mai sarà conosciuta.