Il colpevole silenzio del governo. Le preoccupazioni degli operatori sanitari e scienziati. Niente allarmismi ma la prudenza è d’obbligo. Occorrerebbe una campagna di sensibilizzazione da parte del governo poiché il covid ha ricominciato a correre forte e nell’ultima settimana l’istituto superiore della Sanità ha registrato un incremento del 70% rispetto alla settimana precedente, con 128 contagi, 5 decessi e 95 ricoveri. Numeri largamente sottostimati dal fatto che ormai nessuno, o pochissimi, fanno il tampone, ma che ha comunque messo in allarme gli ospedali dell’Isola, come ad esempio a Villa Sofia, a Palermo, con i reparti che si sono attrezzati e in alcuni casi, soprattutto in quelli con malati fragili e con malattie polmonari, hanno sospeso le visite, permettendo l’ingresso soltanto in specifici casi e con le mascherine FFP2.
A Villa Sofia e al Cervello hanno già deciso di prorogare fino al 31 dicembre l’uso della mascherina nei pronto soccorso e nelle sale d’attesa. L’obbligo vale sia per chi lavora all’interno delle due strutture sanitarie che per i visitatori. Stessa situazione anche al Buccheri La Ferla dove sono stati affissi dei cartelli per avvisare che «in seguito all’aumento dei casi Covid, è obbligatorio indossare la mascherina». Al Policlinico, dopo una pausa di sei mesi, a Medicina interna con Stroke care è stato individuato a inizio luglio un focolaio con cinque casi: medici, infermieri e operatori socio-sanitari lavorano mettendo la mascherina mentre sono i familiari a contestare, anche violentemente, le limitazioni agli ingressi che continua a mantenere il direttore dell’unità operativa, professore Antonino Tuttolomondo.
I dati non sono preoccupanti,– ma occorre fare attenzione e tanta prudenza. Quasi simultaneamente sono arrivate pure le raccomandazioni sull’utilizzo dei dispositivi di protezione che il Dipartimento per le attività sanitarie e osservatorio epidemiologico dell’assessorato regionale alla Salute con invito, improntato alla massima cautela, è di «valutare l’opportunità di disporre dell’uso dei dispositivi di protezione tenendo conto delle caratteristiche degli ambienti e della tipologia dei pazienti, lavoratori o visitatori che li frequentano». Nell’ultima settimana in Italia i casi sono aumentati del 66% sfiorando i 9 mila contagi ma sono molti gli esperti a temere che i dati possano essere ampiamente sottostimati. In aumento anche l’occupazione dei posti letto in area medica. Il nuovo aumento dei casi di Covid è legato all’arrivo della nuova variante KP.3 che a giugno, è stata responsabile del 40,5% dei contagi, insieme al calo dell’immunità della popolazione. Scattano limitazioni negli ospedali.