Confisca a Scalia, condannato per l’omicidio Lombardo del 2009 a Partanna. Sottratti 180.000 euro di beni

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Dopo la condanna a quasi vent’anni di reclusione arriva adesso anche la confisca di beni per Rosario Scalia, imprenditore edile di Partanna, ritenuto responsabile, in concorso, dell’omicidio di Salvatore Lombardo, delitto commesso il 21 maggio del 2009 nella cittadina belicina. I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trapani hanno infatti dato esecuzione al decreto di confisca di beni, emesso dalle misure di prevenzione del tribunale di Trapani a carico del 49enne partannese. Sono stati confiscati beni per equivalente fino a 180.000 euro: immobili, terreni, compendi aziendali, conti correnti e depositi a risparmio.  Le indagini su Scalia hanno infatti evidenziato una sperequazione fra beni posseduti e reddito dichiarato dall’imprenditore edile.

Scalia venne arrestato da carabinieri e squadra mobile  e condotto in carcere dopo la sentenza di condanna a 19 anni e 11 mesi emessa dalla corte d’appello di Palermo il 14 maggio del 2022. E’ accusato di avere partecipato, in concorso con altri, all’omicidio di Salvatore Lombardo, avvenuto la sera del 21 maggio 2009, aggravato dall’aver commesso il fatto per agevolare Cosa Nostra. La vittima venne raggiunta da due colpi di arma da fuoco calibro 12 mentre era all’interno del bar Smart Cafè. Per l’omicidio finirono in carcere più persone tra mandante ed esecutori. I magistrati, dopo tre gradi di giudizio hanno stabilito che Rosario Scalia abbia avuto il compito di tenere informato il mandante dell’omicidio, il boss di Partanna bGiovanni Domenico Scimonelli, sui precisi spostamenti della vittima in modo da consentire ai killer,  Nicolò Nicolosi e Attilio Fogazza, di mettere a segno la loro cruenta azione delittuosa.