Condizioni estreme e inumane al CPR di Milo a Trapani, la denuncia di Iacono

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Giovanna Iacono, deputata del Partito Democratico, ha lanciato un duro attacco durante la conferenza stampa organizzata dal Tavolo Asilo e Immigrazione, dove ha definito i Centri di Permanenza per i Rimpatri (CPR) come “lager legalizzati”. La sua denuncia riguarda le condizioni disumane in cui sarebbero costretti a vivere i migranti nel CPR di Trapani, situato in contrada Milo, dove, secondo Iacono, la dignità umana viene brutalmente calpestata. La deputata, che ha recentemente visitato il centro, ha parlato di “condizioni estreme e inumane”, mettendo in luce la precarietà psicologica e medica delle persone trattenute. Tra loro ci sono padri separati dai figli, ma anche giovani appena maggiorenni in uno stato di sofferenza gravissima. Le sue parole non lasciano spazio a dubbi: il CPR di Milo, per Iacono, è un “non luogo, angusto e inumano”, una vera e propria prigione a cielo aperto dove il concetto stesso di detenzione amministrativa diventa un’atroce manifestazione di disumanità.

Le parole della deputata si inseriscono in un quadro di continue polemiche e denunce che da anni accompagnano la gestione di questi centri, che sono stati più volte oggetto di richieste di chiusura da parte delle organizzazioni per i diritti umani. Ma Iacono non si limita a una denuncia generica: il suo appello è chiaro e deciso. C’è bisogno di un monitoraggio costante e rigoroso, con l’intervento di medici, psicologi, mediatori culturali e avvocati, per verificare le reali condizioni delle persone trattenute e garantirne la dignità.

“Non smetterò mai di ispezionare Milo e gli altri luoghi di detenzione”, ha dichiarato la deputata, accusando apertamente il governo di permettere l’esistenza di questi luoghi di detenzione che, a suo dire, non sono altro che “lager legalizzati”. Un invito a rompere il silenzio su una realtà che, per Iacono, deve essere portata alla luce e contrastata con determinazione, mettendo al primo posto il rispetto dei diritti umani, anziché la propaganda politica.