‘Battaglia delle Egadi’, carabinieri recuperano a Levanzo rostro dopo 2.260 anni

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Se qualcuno avesse ancora dubbi sull’esatta porzione di mare in cui si svolse la battaglia delle Egadi, nel marzo di oltre 2.250 anni fa, farebbe bene a dissiparli. Tra Favignana, Levanzo e Marettimo si continua infatti a recuperare reperti risalenti a quella cruenta battaglia in cui persero la vita centinaia di uomini tra cartaginesi e romani. Ieri il ritrovamento dell’ennesimo rostro di una nave romana effettuato grazie all’attiva collaborazione tra il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Palermo, la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana e l’organizzazione “RPM Nautical Foundation”. Il rostro è stato recuperato, a 80 metri circa di profondità, nei fondali marini di Levanzo, è risalente al terzo secolo avanti Cristo.

Le operazioni sono andate avanti anche grazie al determinante intervento della nave oceanografica “Hercules”, del Nucleo Carabinieri Subacquei di Messina, della Motovedetta “Pignatelli” e del Battello Pneumatico, mezzi nella disponibilità dell’Arma. A conclusione delle operazioni, il prezioso rostro è stato consegnato ai funzionari della Soprintendenza del Mare. La località del ritrovamento, ritenuta di rilevante importanza, è al vaglio degli archeologi per le ulteriori valutazioni scientifiche poiché, dai fondali dell’arcipelago eguseo, sono stati recuperati altri 23 rostri tutti risalenti alla della battaglia delle Egadi. D’altro canto, nel marzo del 241 avanti Cristo, in quel tratto di mare, affondarono più di 80  navi, una trentina tra quelle romane e cinquanta cartaginesi. La battaglia delle Egadi rappresentò l’epilogo della prima guerra punica che, grazie a quello scontro in mare e alla flotta guidata del console Gaio Lutazio Catulo, arrise ai Romani a discapito dei Cartaginesi.