Bancarotta fraudolenta e auto riciclaggio, sequestrata la Santangelo Marmi snc di Custonaci

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Da una S.r.l. fallita a una snc con medesime compagine societaria e governance nonché sedi legali ed operative coincidenti con la società portata al fallimento. Tre imprenditori di Custonaci, due fratelli e una sorella titolari della fallita Santangelo Marmi S.r.l. ed ora ai vertici della Santangelo Marmi snc, sono quindi indagati, a vario titolo, per bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale e per autoriciclaggio. L’azienda, che sorge in contrada Rio Forgia, è stata sequestrata. La Guardia di Finanza del comando provinciale, su disposizione della Procura di Trapani, ha eseguito anche il sequestro delle quote societarie. Il provvedimento scaturisce dalle indagini delle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Trapani, dirette dal tenente colonnello Domenico Giovannacci, nei confronti della Santangelo Marmi S.r.l. fallita nel 2022. Gli accertamenti compiuti, particolarmente difficoltosi per mancanza della documentazione contabile, hanno permesso di scoprire un disegno illegale, appositamente ideato da un’unica regia riconducibile ai due fratelli e alla sorella. La pianificazione degli illeciti prevedeva la distrazione di beni strumentali di proprietà dell’azienda fallita a favore della nuova SNC. Con questo schema i tre indagati hanno accumulato un passivo fallimentare quantificato di circa 1 milione e 250 mila euro, principalmente nei confronti dell’Erario con tasse e contributi previdenziali non versati. Inoltre i beni distratti dal patrimonio della S.r.l. fallita e quindi negati ai creditori, sono stati immessi nuovamente nel circuito economico. Un’operazione di autoriciclaggio il cui provento è stato quantificato dagli investigatori in oltre un milione e mezzo di euro. Il sequestro delle quote della società e del patrimonio illecitamente acquisito potrà adesso garantire sia la copertura dei tributi evasi che la massa dei creditori. Inoltre l’attività della Santangelo Marmi snc potrà andare avanti grazie alla nomina, da parte del tribunale, di un amministratore giudiziario.