Assistenza sanitarie in carcere, interviene Safina. A Trapani, situazione stabile

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Servizi sanitari e assistenziali nelle strutture carcerarie siciliane: aspetti sempre attuali all’interno delle mura dei penitenziari e che riguardano il personale di Polizia Penitenziaria in servizio insieme ai detenuti.

Nel corso degli anni è stato costante il sovraffollamento delle strutture: secondo i dati del ministero della Giustizia, due penitenziari siciliani su cinque ospitano un numero di detenuti superiore rispetto alle proprie capacità. Ciò comporta anche problemi dal punto di vista sanitario per assicurare a tutti, agenti e detenuti, una continuità assistenziale stabile.

Sotto quest’ultimo profilo, a Trapani la situazione sembra essere ancora sotto controllo: gli agenti penitenziari, infatti, oltre ad essere periodicamente visitati da un medico del lavoro, sono sottoposti a dei colloqui con psicologi addetti a verificare la loro sanità mentale e far fronte ad eventuali patologie.

Anche i detenuti del Cerulli vengono, regolarmente, sottoposti a visite da parte dell’Azienda Sanitaria locale all’interno del carcere, eccezione fatta in caso di situazioni complesse nelle quali vengono trasportati, invece, in ospedale.

Su tali aspetti il deputato regionale del PD, il trapanese Dario Safina, ha presentato un’interrogazione, sottoscritta dall’intero gruppo del PD, che ha come oggetto il potenziamento dei servizi sanitari e di continuità assistenziale nelle strutture carcerarie siciliane per garantire sicurezza e assistenza qualificata sia al personale in servizio che ai detenuti.

I democratici in sostanza, denunciano l’assenza presso le Asp di una regolare attività di informazione e controllo per le patologie infettive per il personale di Polizia Penitenziaria e la mancanza di titolari di Guardia Medica che assicurino ai detenuti uno staff medico stabile e aggiornato.

“E’ indispensabile – sottolineano i deputati regionali del PD – mantenere livelli di assistenza medica h24 e potenziare le prestazioni specialistiche all’interno delle carceri, per evitare l’affollamento nei reparti ospedalieri, anche mediante l’attivazione del servizio di telemedicina e l’esecuzione delle misure di sicurezza REMS che consentano il corretto espletamento delle funzioni terapeutico-riabilitative per i detenuti”.