Sono 43 i nuovi infermieri assunti tra ospedali e case di comunità nel trapanese annunciati dall’ASP, frutto di una procedura di mobilità volontaria regionale, e sembrano poco più di un cerotto su una ferita che continua a riaprirsi. In una provincia dove la sanità barcolla tra carenza di personale. aggressioni al personale soprattutto nei pronto scorso, liste d’attesa infinite e nomine poco trasparenti, la notizia suona anche come un’operazione d’immagine più che una risposta strutturale ai problemi reali. Solo poche settimane fa la Corte di Cassazione ha dato ragione a un gruppo di infermieri dell’ASP che, da sette anni, denunciavano di essere stati demansionati. Un verdetto pesante che sbugiarda l’organizzazione interna e riaccende i riflettori su un sistema che fatica a riconoscere e valorizzare le competenze.
Nel frattempo, nei pronto soccorso si continua a lavorare con la paura. Recentissima all’ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala, la notizia del paziente che ha aggredito il personale del reparto di Radiologia. Fioccano condanne ufficiali e espressioni di solidarietà ma il fenomeno delle aggressioni non è nuovo, né mostra segnali di diminuzione. E mentre si annunciano assunzioni, esplode la polemica sulle nomine: solo un mese fa il sindacato NurSind a ha denunciato l’assegnazione di un incarico di Coordinatore infermieristico a una figura priva del requisito di legge, ossia un Master universitario. L’ASP ha aperto al confronto, ma l’ombra dell’irregolarità resta. A rendere il quadro ancora più instabile è il caso Ferdinando Croce: l’ex direttore generale sospeso per gravi criticità gestionali, potrebbe riprendere il suo incarico già a fine mese. La Regione ha però avviato l’iter per la sua definitiva decadenza. Una vicenda emblematica di una sanità dove la crisi sembra partire dai vertici. I nuovi assunti serviranno, certo. Ma senza tutela dei lavoratori, accesso equo alle cure e un cambio reale di rotta, il sistema sanitario trapanese continuerà a non dare le risposte che gli ammalati meritano.