Completata l’analisi dei 3.300 esami istologici rimasti arretrati, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani ha quindi azzerato i tempi di attesa nella refertazione dei campioni di anatomia patologica finiti al centro di polemiche nei giorni scorsi. Il piano straordinario, che ha coinvolto diverse aziende del Servizio sanitario regionale, ha raggiunto il suo obiettivo nei tempi prestabiliti. Lo conferma l’assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni, che ha comunicato il successo dell’operazione, precisando che restano in verifica solo venti referti di particolare complessità, relativi ai primi mesi del 2025, per cui la stessa Faraoni suggerisce l’istituzione di una task-force per accelerare la comunicazione dei risultati ai pazienti in attesa.
Se da un lato quindi si rivendica il risultato come una dimostrazione di efficienza, dall’altro il ministero della Salute ha disposto un’ispezione sull’ospedale di Castelvetrano, per far luce sui ritardi accumulati. La vicenda ha assunto particolare rilevanza a seguito del caso di Maria Cristina Gallo, insegnante di Mazara del Vallo, che ha atteso per otto mesi l’esito del proprio esame istologico. Quando il referto è arrivato, il tumore diagnosticato era ormai al quarto stadio con metastasi diffuse. La Procura di Marsala ha aperto un’inchiesta per verificare un possibile nesso di causalità tra il ritardo e l’aggravamento della malattia.
Mentre la Gallo combatte la sua battaglia contro il cancro e per un sistema sanitario più efficiente, la Regione Siciliana e il governo nazionale si trovano a fare i conti con una realtà che va oltre le dichiarazioni di successo. Se l’arretrato è stato finalmente smaltito, resta infatti il problema della prevenzione di simili situazioni in futuro e lo scoramento di chi ha pagato sulla propria pelle il prezzo di un sistema inceppato.