Sono stati arrestati e condotti in carcere quattro delle persone coinvolte a condannate nel processo “Anno zero”, un’operazione che ha inferto un duro colpo al sistema criminale messo in atto dagli uomini di fiducia dell’ex superlatitante Matteo Messina Denaro. La corte di Cassazione ha infatti rigettato i ricorsi confermando le condanne d’appello, divenute così definitive. Ritornano quindi in carcere Carlo Cattaneo, quarantenne di Castelvetrano attivo nel settore delle sale giochi e scommesse on line, condannato a 16 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Gli atri tre — Letizia Maria Asaro, Nicola Scaminaci, e Carlo Lanzetta — dovranno invece scontare 4 anni per trasferimento fraudolento di beni, aggravato dall’agevolazione mafiosa.
Il procedimento “Anno zero” è nato da un’imponente inchiesta, avviata nel 2018 da Polizia, Carabinieri e DIA sotto la regia della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. All’epoca furono fermati 21 presunti affiliati ai clan di Castelvetrano, Partanna, Campobello di Mazara e Mazara del Vallo, accusati di associazione mafiosa, uso di armi e reinvestimento di capitali illeciti. Le indagini fecero luce su un sistema articolato: i boss puntavano a riappropriarsi di beni confiscati attraverso manovre truccate alle aste giudiziarie, mentre sul territorio gestivano una fitta rete di punti scommesse, utilizzati anche per riciclare denaro. A queste attività si affiancavano i tradizionali racket delle estorsioni e i danneggiamenti. “Anno zero” ha rappresentato uno dei più forti tentativi dello Stato per provare a smantellare intrecci di affari legati a Matteo Messina Denaro nel Belice, colpendo non solo gli uomini d’onore, ma anche chi garantiva loro supporto economico e logistico.