Credevano di aver messo le mani su un investimento sicuro, ma si sono ritrovati con un pugno di mosche. Una decina di cittadini alcamesi, attratti da un presunto progetto di estrazione mineraria in Africa, sono finiti in una truffa ben congegnata che ha fatto leva su promesse di facili guadagni e miraggi di ricchezza. Il processo, celebrato nei giorni scorsi a Trapani, ha portato a due condanne per truffa.
Il meccanismo era semplice e rodato: acquistare “quote” di un’attività estrattiva in Mozambico – mai identificata chiaramente – in cambio di un diamante grezzo, teoricamente equivalente alla somma versata, che una volta venduto avrebbe generato un sostanzioso guadagno. I pacchetti d’investimento, da 3 a 10 mila euro ciascuno, erano proposti da una sedicente rete di marketing multilivello chiamata “PayDiamond”, già sotto inchiesta a livello nazionale. Il giudice monocratico Daniela Giarrusso ha riconosciuto colpevoli Andrea Viragh, 56 anni, palermitano, e Laura Leone, 54 anni, di Alcamo, condannandoli rispettivamente a 9 e 6 mesi. I risparmiatori truffati, assistiti tra gli altri dagli avvocati Vito Galbo e Sergio Cangielosi, si erano costituiti parte civile. Il raggiro si è consumato tra promesse di monitoraggi in tempo reale delle fasi di scavo – tramite una piattaforma online che avrebbe dovuto mostrare i diamanti comparire “in diretta” – e iniziative promozionali ad effetto, come eventi affollati e persino un’auto di lusso assegnata a sorte e poi ritirata per mancato pagamento. Dietro la facciata patinata, però, nessuna pietra, nessun guadagno, nessuna miniera.
Il caso di Alcamo è solo un tassello di un mosaico più ampio. Già nel 2016, il programma televisivo Report aveva acceso i riflettori su questo business fasullo. In diverse città italiane sono stati celebrati processi analoghi, con decine di condanne e perfino il coinvolgimento di istituti bancari, che avevano proposto gli “investimenti” ai propri clienti. Anche se inconsapevoli del raggiro, sono stati ritenuti responsabili per le commissioni trattenute. Nel caso trapanese, le indagini non hanno portato al recupero del denaro investito. I fondi versati sembrano spariti nel nulla, come la miniera promessa e le pietre mai consegnate. A restare, per ora, sono solo le sentenze – e l’amara consapevolezza di essere caduti in una trappola ben architettata.
Foto https://depositphotos.com/