Sapeva di essere gravemente ammalato e che avesse non molto tempo da vivere. Il boss, ricercato per oltre 30 anni, si è probabilmente fatto prendere, il 16 gennaio scorso, proprio per questo. Matteo Messina Denaro ieri è entrato in coma irreversibile. Lo confermano le prime parole pronunciate agli inquirenti: “Mi avete preso perché sono malato ma non intendo pentirmi”. Lu siccu ha capito che stava morendo e ha quindi detto ai sanitari di non volere l’accanimento terapeutico. Ricoverato da un mese e mezzo nel reparto detenuti dell’ospedale de L’Aquila, lo scorso 12 settembre gli erano state sospese le cure e mantenuta soltanto la terapia del dolore. Poi il coma irreversibile. Al suo capezzale la figlia Lorenza che, da poco, aveva accettato il cognome del padre dopo una faticosa riconciliazione. ll 61enne era affetto da un tumore al colon. Già da qualche giorno non riusciva più ad alimentarsi in maniera autonoma. Matteo Messina Denaro era stato arrestato dai ROS dei carabinieri, a Palermo, alla clinica La Maddalena. Al procuratore De Lucia aveva subito detto: “Con lei parlo ma mai mi pentirò e racconterò le vicende di Cosa Nostra’. Segreti infiniti e coinvolgimenti scottanti che rimarranno sempre con lui. Uomo d’onore fino all’ultimo secondo, come gli aveva insegnato suo padre Francesco. Lui, però, a differenza del figlio non venne mai catturato dalle forze dell’ordine. Dopo 8 anni di latitanza venne fatto ritrovare. Il suo cadavere, già vestito di tutto punto per il funerale, adagiato lungo il muro di cinta sotto un ulivo nelle campagne fra Castelvetrano e Mazara del Vallo. Qualche giorno prima era stato arrestato il figlio Salvatore, funzionario della Banca Sicula. Il giorno dopo il ritrovamento della salma, il figlio Matteo, all’epoca già latitante da cinque anni, affidò il necrologio ai giornali siciliani.