Truffa negli impianti solari. Illeciti da due milioni, denunce e sequestri a Partinico

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Accusati di aver indebitamente percepito contributi pubblici previsti per la fornitura e l’installazione di impianti solari termici, due imprenditori partinicesi sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza su richiesta della Procura della Repubblica di Palermo. Due società riconducibili agli stessi imprenditori, che operano nel settore delle energie rinnovabili, erano già state sequestrate nel febbraio dello scorso anno assieme a beni immobili fra Partinico, Alcamo e San Vito Lo Capo, per l’equivalente della truffa ai danni dei clienti e del GSE, il gestore dei servizi energetici. In quell’occasione le due aziende e le denunce riguardarono una coppia, marito partinicese e moglie alcamese, mentre la nuova operazione ‘Stolen Sun 2’, ha visto nel mirino la nuova società messa in pedi dopo quel sequestro e i titolari.

Lo stesso imprenditore e un altro congiunto, non più la moglie. Sono accusati ancora una volta di illecita percezione di contributi pubblici rientranti nel cosiddetto “conto termico”, un fondo che sostiene l’incremento dell’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili per impianti di piccole dimensioni. Gli imprenditori partinicesi, quindi, nonostante il provvedimento restrittivo di circa un anno fa, avevano ugualmente proseguito nelle condotte illecite utilizzando altre 2 società ed apportando delle modifiche al rodato “modus operandi” scoperto dai finanzieri. L’elemento di novità adottato dagli indagati ha riguardato le modalità di pagamento del corrispettivo: al fine di evitare il rigetto di numerose istanze da parte del GSE, gli amministratori, anziché continuare a farsi dare dal cliente il corrispettivo pattuito in contanti per un importo decisamente inferiore rispetto a quello indicato in fattura e, poi, creare una ricevuta di bonifico bancario falsa, richiedevano allo stesso cliente di effettuare in modalità tracciabile il pagamento della quota indicata in fattura, per poi restituirgli, in contanti o tramite bonifico bancario, buona parte della somma.

Dalle indagini, incentrate sulle dichiarazioni dei clienti, sull’analisi dei conti correnti societari e dei documenti contenuti in 843 istanze inoltrate all’Ente erogatore tra 2020 e il 2022, è emerso che le due nuove società, entrambe con sede a Partinico, avrebbero conseguito incentivi non spettanti per un importo totale di quasi 2.000.000 di euro. Le nuove indagini hanno portato al sequestro di altri beni immobili nel partinicese e in altre zone del palermitano. La prima operazione, alcuni anni fa, era scattata per i dubbi suscitati dal grande aumento del numero di domande di contributo, oltre 5.000.000 di euro dal 2017 al 2020, che ha messo in allerta il GSE che, a sua volta, ha contattato l’agenzia partinicese della Banca Don Rizzo dalla quale partivano i bonifici al gestore. Bonifici risultati poi del tutto fasulli. Da qui la denuncia dell’istituto di credito che ha fatto partire le indagini dei finanzieri del comando provinciale di Trapani e della compagnia di Alcamo.