Parco sub-urbano di Alcamo sempre chiuso. Non cambia nulla, nemmeno il permanente silenzio

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Che il bando non fosse particolarmente interessante, anche e soprattutto dal punto di vista finanziario, e che quindi per dare una mezza sistemazione al parco sub-urbano di Alcamo servivano decine e decina di migliaia di euro, lo avevamo detto. Ma sembra invece un mistero cosa ancora oggi fermi la riapertura del più grande polmone verde della cittadina alcamese. Nessuna associazione ambientalista, come ipotizzabile al tempo del bando, ha infatti partecipato per ottenere, in convenzione, il parco sub-urbano che sorge ad Alcamo al di sotto dei bastioni di piazza Bagolino. L’avviso prevedeva la possibilità di realizzare, sempre nel rispetto del verde pubblico e delle norme che lo tutelano, attività commerciali di somministrazione: insomma anche ristornati, pub o bar. Un’iniziativa che ha provocato un altro buco nell’acqua: nessun imprenditore e nessun commerciante hanno partecipato al bando scaduto lo scorso mese di dicembre.

Insomma l’avviso diramato dalla giunta Surdi ha ottenuto soltanto una partecipazione, quella di un privato. Il cittadino, però, non ha presentato alcuna proposta di impiego né tanto meno alcun progetto. Uffici assessore Donato hanno quindi archiviato tutto. Insomma potremmo essere di fronte all’ennesima perdita di tempo. D’altro canto, nel silenzio generale di quasi tutti gli ambientalisti, il parco sub-urbano di Alcamo è chiuso da oltre tre anni, esattamente dal novembre del 2019. Il nuovo bando, dopo che era scaduta la convenzione con l’associazione ‘Laurus’, venne pubblicato soltanto nel novembre scorso, esattamente dopo tre anni. A passo di lumaca anche le procedure successive. I termini per la presentazione delle offerte andarono in scadenza il primo di dicembre e dopo altri tre mesi venne appurato che l’unica offerta non avesse nulla di concreto. e le reali proposte dell’unico partecipante. Il bando, che prevedeva un contributo per il primo anno di 10.000 euro, era stato pure aspramente criticato dal vecchio gestore, la ‘Laurus Cultura e Ambiente’ che aveva anticipato come, con queste somme, non si sarebbe trovato alcun gestore. Lo abbiamo detto più volte e lo ribadiamo.

Ma dove sono finite le agguerrite associazioni ambientaliste che una volta facevano ferro e fuoco per un alberello di jacaranda che veniva estirpato? Un parco di alcune migliaia di metri quadri, da quasi tre anni e mezzo sbarrato, non merita le stesse attenzione e battaglie ancor più grandi? Chissà. Anche questo appare un mistero