Riduzione del sequestro di beni a Rocca e Papania, attesa Cassazione

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Si pronuncerà la prossima settimana la suprema corte sull’opposizione presentata dalla procura al netto decurtamento del sequestro di beni a carico degli alcamesi Angelo Rocca e Antonino Papania, il primo ai domiciliari e il secondo in carcere per l’operazione ‘Eirene’. Il tribunale del riesame di Palermo, lo scorso mese di novembre, aveva accolto quasi interamente il ricorso presentato dagli avvocati Pietro Riggi e Vito Di Graziano contro le misure reali che erano state adottate nei confronti dell’ex senatore alcamese e del suo braccio destro. Sequestro di denaro disposto dal tribunale misure di prevenzione nell’ambito dell’inchiesta sul malaffare nella gestione di corsi ed enti di formazione professionale.

Il Riesame aveva quindi annullato il sequestro di 714.000 ero nei confronti dell’ex senatore portando la somma a soli 16.500 euro. Decurtazione anche per Angelo Rocca, ex candidato alle ultime regionali, che aveva subito un sequestro da 232.000 euro e ce secondo il Riesame doveva invece essere di 28.000 euro. Su queste decisioni la procura ha presentato opposizione in Cassazione e la suprema corte dovrà decidere la prossima settimana. L’indagine, per la quale non sono ancora consegnati gli avvisi di conclusione, è stata portata avanti dalla sede palermitana della Procura europea e della Procura di Marsala.

Coinvolti anche altri politici del Marsalese e del Palermitano la cui posizione venne poi alleggerita dal tribunale del Riesame. Tra le persone indagate oltre a Papania e Rocca anche il castellammarese Vito Bongiorno, la busetana Anna Maiorana, gli alcamesi Cinzia Filippi, Antonina Pirrone e Davide Piccichè, i trapanesi Filippo Tilotta e Mario Castelli, l’ex consigliere comunale di Erice, Alessandro Manuguerra, i marsalesi Ignazio Chianetta, coordinatore a Marsala del movimento VIA, Michele Vinci e Vanessa Titone, quest’ultima consigliera comunale in carica sempre nella cittadina lilibetana.