Nuovi posti di terapia intensiva, ‘maglie nere’ a Marsala e Trapani

0
274

La recente delibera della Corte dei conti sull’attuazione del decreto legge 34/2020, quello relativo alle misure urgenti anche in materia di salute, connesse all’emergenza epidemiologica da COVID, non è stata molto tenera verso la Sicilia. Immediata è però arrivata la risposta della Regione che in una nota ha rilevato che i lavori per l’attivazione dei posti letto di terapia intensiva e sub intensiva risultano eseguiti o in corso di esecuzione in tutte le aziende sanitarie e ospedaliere per una percentuale dell’80% rispetto a quanto previsto. Il problema serio riguarda però proprio la provincia di Trapani perché fra le uniche quattro strutture ospedaliere in cui si è ancora all’anno zero ci sono proprio il ‘Paolo Borsellino’ di Marsala’ e il ‘Sant’Antonio Abate’ di Trapani. Fra i 253 nuovi posti di terapia intensiva e 318 di sub intensiva, confermati per la Sicilia nell’agosto scorso, quelli che ancora sembrano un miraggio sono proprio nel trapanese. La prima vicenda riguarda il nuovo padiglione che sarebbe dovuto sorgere al ‘Borsellino’. Un’opera inizialmente ipotizzata nella cittadina lilibetana faraonica e poi via via ridimensionata.

Un impegno per circa 17 milion di euro la cui progettazione sta per essere definitivamente rimodulata dal soggetto attuatore, una struttura tecnica che opera all’interno dell’assessorato regionale alla salute. L’organismo si sarebbe impegnato a completare a redazione dei progetti entro la fine del mese di marzo. Più avanti invece la realizzazione dei posti di terapia intensiva e sub-intensiva all’ospedale ‘Sant’Antonio Abate’ di Trapani. Anche qui i lavori non sono stati appaltati e per la progettazione mancano gli ultimi visti. A differenza di Marsala, però, la creazione dei posti stabiliti dal decreto Covid del 2020 è stata inserita nel progetto più ampio che prevede la realizzazione del nuovo reparto di radioterapia, di altri servizi e di nuove sopraelevazioni nell’ospedale trapanese che sorge in territorio di Erice. Intanto, con il trascorrere del tempo, i costi legati alla programmazione originaria sono lievitati. La Regione ha quindi assicurato che svolgerà gli approfondimenti necessari con le ASP per rispondere a tutte le osservazioni contenute nella delibera della Corte dei conti.