Blitz antimafia a Camporeale, torna in libertà un partinicese e ai domiciliari un palermitano

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Decide di rispondere, si professa innocente e spiega il contenuto delle intercettazioni che lo riguardano. Raimondo Santinelli, 37 anni, di Partinico arrestato nel blitz antimafia a Camporeale, ha convinto il giudice per le indagini preliminari che ha deciso di scarcerarlo dopo l’interrogatorio di garanzia. L’indagato, si legge nell’ordinanza con cui il Gip Lirio Conti ha revocato la misura cautelare, ha fornito “spiegazioni alternative del contenuto dei dialoghi captati e delle condotte ritenute illecite. Gli indizi comunque sussistenti a carico del suddetto non possono più ritenersi qualificati dal requisito della gravità”. Secondo l’accusa, Santinelli avrebbe  ricoperto il ruolo di “amministratore degli interessi della famiglia mafiosa” per conto del reggente Antonino Sciortino. Gli avrebbe anche fatto da autista e smistava le disposizioni sulla gestione dei terreni e dei pascoli. Santinelli, assistito dagli avvocati Marco e Valentina Clementi, ha spiegato di avere solo lavorato nelle terre di Scardina e di essere stato pagato. Nessun ruolo mafioso, solo duro lavoro. E l’incarico di autista? Capitava che gli desse un passaggio come accade spesso in paeseCoinvolto nel blitz assieme ad altre cinque persone per Santinelli è arrivata l’immediata scarcerazione.

Concessi invece gli arresti domiciliari al palermitano Giuseppe Vinci, 50 anni, assistito dall’avvocato Maria Mannino. Dalle indagini è emerso che con l’aiuto della moglie, Anna Maria Colletti, il capomafia di Camporeale Antonino Sciortino, in carcere da anni, continuava a mandare ordini all’esterno, in particolare a suo cugino, che aveva assunto la guida temporanea del mandamento. Secondo i pm, dunque, Sciortino avrebbe mantenuto un costante collegamento con gli uomini d’onore liberi, finalizzato intanto all’investitura del cugino alla guida della famiglia mafiosa; al rilascio delle autorizzazioni all’utilizzo, all’acquisito e al divieto di accesso a pascoli e terreni agricoli della zona, all’imposizione di lavorazioni agricole gratuite sui terreni della moglie o alla vendita a un prezzo superiore a quello di mercato dei bovini dell’azienda della donna.