Alcamo, alberi pericolanti lungo bretella autostradale. VVF al lavoro per oltre 3 ore

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Le condizioni poco sicure di numerosi alberi, ammalorati o troppo vetusti, e la recente tragedia di Roma dove una donna di 45 anni ha perduto la vita schiacciata dal crollo di un pioppo, riportano d’attualità le condizioni in cui versano tantissime piante del nostro territorio. Proprio ieri, festa di Santo Stefano, i vigili del fuoco del distaccamento di Alcamo, sono stati allertati dalla polizia stradale per la pericolosità di alcuni alberi inclinati e a rischio caduta lungo la bretella autostradale di Alcamo Est, a poche decine dimetri dall’innesto sulla A29.

Più di tre ore di lavoro per rimuovere tronchi e tagliarli numerosi rami. Intanto, nel tratto interessato, tre pattuglie della PolStrada e personale dell’ANAS hanno gestito la circolazione veicolare incanalata su di una sola carreggiata.  Fortunatamente l’inclinamento dell’albero sulla strada non aveva prodotto danni alle autovetture in transito. Questo, come tanti altri sul territorio, è il risultato di tanti, troppi anni, di abbandono e di mancata manutenzione per gli alberi d’alto fusto. I vigili del fuoco di Alcamo adesso provvederanno a verificare la stabilità di altri alberi presenti lungo la bretella autostradale che sbocca in contrada San Gaetano ed a mettere in sicurezza, preventivamente, altre piante eventualmente a rischio caduta. La situazione non è certamente migliore sul monte Bonifato dove, da decenni, si parla di sostituire i vecchi e cadenti alberi con piante più giovani e resistenti. Nella riserva naturale orientata di ‘Bosco d’Alcamo’ sono infatti presenti alberi di pino stramaturi, di un’età compresa tra i 55 e i 60 anni, destinati a crollare al suolo o con qualche incendio o, peggio ancora, anche soltanto per vecchiaia. Molti di essi sorgono lungo i sentieri percorsi dai visitatori e questo rappresenta certamente un certo rischio di pericolosità. Nessuno però interviene nella sostituzione dei vecchi pini e sulla riserva d Monte Bonifato, dopo l’attenzione e il trambusto sollevati dall’occupazione abusiva della Funtanazza da parte degli attivisti di Muschio Ribelle, è nuovamente calato il silenzio anche da parte delle associazioni ambientaliste alcamesi.