Silenzio davanti al Gip da indagati di Marsala e Mazara

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Tranne un indagato tutti gli altri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al Gip del tribunale di Palermo, Si tratta delle persone  tra arrestate, domiciliari e obbligo di dimora lunedì scorso. L’operazione ha inferto un duro colpo alle famiglie di Marsala e Mazara del Vallo.  L’operazione ha consentito di smantellare la presenza e quindi il controllo mafioso delle aree rurali del versante sud del Trapanese. E come figura principale del mandamento mafioso di Mazara emergerebbe, secondo le indagini,  quella di Pietro Burzotta. E’ il genero del defunto boss Vito Gondola. Burzotta avrebbe raccolto l’eredità del suocero, assumendo un ruolo di primo piano nella gestione delle aree di pascolo. Burzotta è parte di una famiglia profondamente radicata in Cosa Nostra. È il fratello di Diego Santino Burzotta, condannato all’ergastolo per molteplici omicidi, e di Luca Burzotta, definitivamente condannato per associazione mafiosa. Tuttavia, Pietro Burzotta, in passato coinvolto in un processo per associazione mafiosa, è stato assolto a causa di dichiarazioni contraddittorie tra i collaboratori di giustizia. Le indagini più recenti lo descrivono come figura influente nel mandamento mazarese. Il sistema mafioso, ereditato da Gondola, secondo le indagini si baserebbe su un rigido controllo delle aree rurali, con intimidazioni e minacce volte a escludere proprietari legittimi e a favorire affiliati e complici. Nell’indagine anche un episodio di turbativa d’asta ad una vendita giudiziaria. Quella di un terreno, tra Mazara e Petrosino, della società “Orto Verde” di Giuseppe Alberto Argano s.a.s., dichiarata fallita dal Tribunale di Marsala. Gli indagati, avvalendosi della forza intimidatoria tipica di Cosa Nostra, avrebbero allontanato le persone a  partecipare allo svolgimento dell’asta.