Ex condotta EAS, 770 utenze ad Alcamo a secco da 24 giorni. Roba da ‘terzo mondo’

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Ventiquattro giorni senz’acqua. L’erogazione l’ultima volta, per le quasi 800 famiglie alcamesi dell’ex condotta EAS, il 31 maggio scorso. Non è comunque un record per le centinaia di famiglie che vivono nelle contrade a nord-ovest di Alcamo. Infatti, proprio nel periodo di transizione delle utenze e della condotta dall’ex EAS al Comune rimasero a secco per ben quattro mesi. Da allora poi l’erogazione è avvenuta sempre in difficoltà nonostante le famiglie abbiano sostenuto dei costi per la voltura da un ente ad un altro. Circa 15 litri di acqua al secondo che avrebbero dovuto rifornire con cadenze ben precise le utenze di Magazzinazzi, Bosco d’Alcamo, Scampati, Catanese e Gammara.

L’amministrazione comunale di Alcamo fece poi pagare una cifra forfettaria per l’acqua che era stata erogata senza che ancora fossero state effettuate le volture dei contatori. Una decina di utenze, però, rimasero sconosciute e il personale del Comune avviò la caccia ai trasgressori. In tutto questo, però l’acqua è sempre stata erogata in ritardo e con difficoltà. A maggior ragione adesso, in questo periodo di carenza idrica per tutta la Sicilia. Gli abitanti di quelle contrade però si lamentano, e giustamente, perché ritengono che non dovrebbero esistere cittadini di serie A e cittadini di serie B. Se nel centro abitato l’acqua arriva ogni 9 – 10 giorni, anche loro pretendono tale lasso di tempo. Invece niente e a tutt’oggi sono a secco da ben 24 giorni. Alcuni hanno provato a contattare, più volte, il gabinetto del sindaco ed hanno ricevuto l’invito a prenotare e pagare le autobotti. Di far scorrere l’acqua in quella lunga tubatura che arriva fino ad Alcamo marina, nemmeno a parlarne. I problemi per quella condotta cominciarono, ovviamente, con la liquidazione coatta dell’Ente Acquedotti Siciliani e poi con il braccio di ferro fra il comune di Castellammare del Golfo, da dove venivano aperte le saracinesche, e quello di Alcamo. Una querelle luna e spinosa che si risolse poi nel luglio del 2020 con un’ordinanza del sindaco Domenico Surdi. Da allora, però, dire che l’acqua arrivi a singhiozzo era e resta sempre un eufemismo.