Nove luglio 1943, una data storica dalla risonante importanza perché segna l’inizio dello sbarco degli alleati anglo-americani sulle coste siciliane, durante la Seconda Guerra Mondiale. L’intervento di liberazione, denominato in codice come “Operazione Husky”, si poneva l’obiettivo di aprire un nuovo fronte di guerra nel continente europeo, per invadere e sconfiggere l’Italia di Mussolini, alleata di Hitler, e la Germani nazista. Le due armate sbarcarono, settantanove anni fa, nella zona sud-orientale della Sicilia, da Licata a Siracusa, per avanzare insieme all’interno dell’isola: la 7° Armata di Patton avrebbe dovuto avanzare verso Palermo e occupare la parte occidentale dell’isola, mentre l’8° Armata di Montgomery avrebbe dovuto marciare lungo la Sicilia centro-orientale in direzione Messina, per imprigionare le forze dell’Asse, raggruppate nella 6° Armata italiana, comandata dal generale Alfredo Guzzoni.
Un’invasione che, se da un lato favorì la destituzione di Benito Mussolini e la caduta del regime fascista, dall’altro, non solo ha causato la morte di centinaia di civili innocenti per mano alleata, ma ha favorito, indubbiamente, il radicamento della mafia sul territorio siciliano: una sorta di “debito” che, ancora oggi, sembriamo portare come un marchio incancellabile. Tutto ebbe inizio, infatti, nel gennaio del 1943, nella città marocchina di Casablanca presso la quale gli inglesi decisero di invadere l’Europa attraverso la “porta di accesso” della Sicilia, strategicamente posta nel cuore del Mediterraneo, poco distante dal Nord Africa. Ma per mettere a segno l’azione, occorreva l’aiuto dei “signorotti” della criminalità siciliana con i quali vennero stipulate delle trattative (tra questi, ricordiamo per tutti, Salvatore Lucania, alias Lucky Luciano).
Ancora oggi, molti non si spiegano la presenza dell’alcamese Vito Guarrasi, personaggio dai mille misteri, a Cassibile in occasione della firma del famoso trattato. Non è certo l’unico episodio storico che ha visto la Sicilia divenire bersaglio di “fantomatiche” liberazioni: ancora prima dello sbarco alleato anglo americano, infatti, nel 1860 ci pensarono le truppe garibaldine ad organizzare la c.d. “Spedizione dei Mille” per liberare il sud dell’Italia (partendo da Marsala e Calatafimi), dal dominio borbonico: anche quest’ultima iniziativa non fu priva di risvolti drammatici. Insomma, un tentativo dopo l’altro per “mascariare”, a suon di libertà, quella che è, e forse sarà per sempre, una riconoscenza dalla difficile sanabilità.