Morte maresciallo Maniscalco. Non c’entra nulla Astrazeneca, a processo medico del 118.

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Non è stata la somministrazione del vaccino Astrazeneca a causare la morte di Giuseppe Maniscalco, il maresciallo dei Carabinieri di 54 anni, Vicecomandante presso la Procura di Trapani, che lo scorso anno perse la vita 48 ore dopo aver fatto la vaccinazione nel mese di febbraio, periodo in cui si erano verificate le sospensioni delle somministrazioni e il ritiro di alcuni lotti di vaccino che avevano, presumibilmente causato, non solo in Italia, alcuni decessi. Le indagini condotte dalla Procura di Trapani hanno smentito il presunto nesso tra la morte del maresciallo e la somministrazione del vaccino riconducendola, invece, ad un caso di malasanità che vede adesso imputato per omicidio colposo Antonino Grammatico, medico del 118.

Dall’autopsia effettuata sul cadavere di Maniscalco è emerso infatti che la morte è stata causata da un problema cardiaco: il medico imputato infatti, recatosi sul posto su richiesta dei familiari del sottufficiale, non ne dispose il ricovero come avrebbe dovuto fare. Inoltre, nonostante fosse arrivato sul luogo dei fatti non con l’autoambulanza, ma con un’auto medica, non avrebbe condotto il maresciallo in ospedale nonostante l’insistenza dei familiari di quest’ultimo. Secondo tali rilievi, ad uccidere Maniscalco non fu quindi il vaccino Astrazeneca che tra l’altro, al tempo dei fatti, fu oggetto di studio da parte dell’Asp di Trapani che accertò  l’estraneità di quel lotto specifico da tutti quelli ritirati. Il processo si è aperto questa mattina al Tribunale di Trapani.