Voto di scambio politico – mafioso, resta in carcere il carinese Salvatore Ferrigno

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Restano in carcere Salvatore Ferrigno, 62 anni, italo – americano, da anni residente a Carini, candidato alle scorse elezioni all’Assemblea Regionale Siciliana nella lista “Popolari e Autonomisti”, il boss Giuseppe Lo Duca e Piera Lo Iacono. I tre, arrestati lo scorso mese nell’ambito dell’operazione “Feudo” condotta dalla Dda e dai carabinieri del nucleo investigativo di Palermo, a distanza di pochi giorni dall’apertura dei seggi, erano stati accusati di scambio elettorale politico – mafioso. Il Tribunale del Riesame di Palermo ha rigettato il ricorso, confermando la misura decisa dal Gip.

Secondo le indagini, Ferrigno, ex deputato nazionale di Forza Italia, eletto nella circoscrizione “America Settentrionale e Centrale”, allo scopo di farsi eleggere alla Regione Siciliana avrebbe stretto un patto con il boss  di Carini, Giuseppe Lo Duca. Soldi e futuri favori in cambio di voti, questo l’accordo tra il candidato carinese e l’esponente di Cosa Nostra tra i quali mediava Piero Lo Iacono: “Piera – si sente in una delle conversazioni intercettate dai carabinieri – io posso corrispondere al momento di tre al massimo quattro paesi ossia Carini, Torretta, Cinisi e Terrasini“.

I due si sarebbero accordati per una cifra di denaro intorno ai 20.000 euro per ognuno dei quattro paesi nel palermitano in cui il mafioso avrebbe dovuto sostenere il candidato, somma che poi sarebbe scesa a 5 mila euro.   Lo sviluppo delle investigazioni – si legge nell’ordinanza del Gip, Fabio Pilato, – ha dimostrato che Ferrigno avrebbe prestato parziale ossequio all’impegno preso perché, dopo avere consegnato un primo acconto 500 euro, ha dato effettivamente disposizioni alla sua banca americana per effettuare dei prelievi periodici per l’importo di cinquemila euro”.

Un’accusa respinta dal carinese candidato all’Ars che ha sostenuto, non solo di non conoscere personalmente Lo Duca, ma che il passaggio dei soldi, documentato dagli investigatori, fosse solo un piccolo rimborso spese destinato alla campagna elettorale. Una ricostruzione che non ha convinto l’Autorità Giudiziaria che ha, pertanto, confermato la permanenza in carcere per Ferrigno.