La pandemia ha lasciato tanti strascichi ma anche parecchia confusione sull’interpretazione delle norme. È il caso delle visite ai parenti ricoverati negli ospedali e un po’ le disposizioni vengono interpretate a ‘macchia di leopardo’ e in base alla volontà dei primari dei vari reparti. Coloro che si ritrovano ad avere parenti ricoverati negli ospedali, devono così subire una situazione poco chiara, per non dire caotica. Le norme nazionali, già in vigore da tempo, prevedono per l’ingresso negli ospedali negli orari di visita o come accompagnatori esclusivamente l’obbligo di indossare la mascherina. I medici che però sono a capo dei vari reparti ospedalieri danno disposizioni diverse e spesso chiedono l’esito di un tampone.
Capita quindi che per sostenere affettivamente il parente ricoverato in ospedale si debbano spendere 15 euro ogni tre giorni. Norme che sono a macchia di leopardo, in provincia di Trapani e in alcuni ospedali del palermitano, e che rappresentano certamente una forzatura alla direttiva nazionale e, secondo qualcuno, anche un abuso da parte dei primari che dirigono i reparti. Tanto per rendere l’idea di come il quadro sia confusionario, vediamo cosa accade all’ospedale San Vito e Santo Spirto di Alcamo. Nel reparto di chirurgia sono assolutamente vietate le visite ai ricoverati.
Inoltre nessun accompagnatore può mettere piede nei locali. Al pronto soccorso talvolta vengono ammessi gli accompagnatori dotati di tampone con esito negativo e talvolta nemmeno quelli. In medicina generale le visite si possono effettuare soltanto con il tampone e a giorni alterni. Nei giorni pari sono ammesse le visite dei ricoverati che hanno i letti con numero pari, nei giorni dispari gli altri. I visitatori, non appena all’interno, devono indossare camici, cappello e calzari antisettici per andare a vedere i propri cari ricoverati. Poi, all’interno degli stessi reparti, ci sono medici che limitano ulteriormente le cose o che ne autorizzano altre. Ad Alcamo, come altrove, le norme vengono decise da primari e medici. È giusto che sia così perché sono loro ad avere la responsabilità. Ci sarebbe però da capire perché ulteriori restrizioni quando a livello nazionale le disposizioni prevedono soltanto l’uso della mascherina.